1457345995_Li-Po-and-Mr.-Ping-Kung-Fu-Panda-3-600x335Se avete intenzione di andare a vedere il nuovo episodio di Kung Fu Panda, il terzo della saga, sappiate che sarà un film, per certi versi, storico. Il panda Po, infatti, si ritrova con due papà. Non si tratta di una coppia di fatto (uno è il padre biologico, l’altro quello adottivo), ma è evidente il tentativo di Hollywood di iniziare i bambini alla realtà delle nuove famiglie. Magari, all’insaputa di quelle tradizionali che si troveranno costrette a dover spiegare ai loro pargoli, il significato di quei due papà che, abbracciati al figlio, se ne vanno insieme nelle scene finali del film. E’ il politicamente corretto che avanza e che la forte vena progressista hollywoodiana non poteva certo trascurare. Del resto, qualche tempo fa, nel cartoon ParaNorman, fece la sua apparizione Mitch, primo personaggio dichiaratamente gay della storia dell’animazione. L’andazzo, si sa, è questo. Ormai, non passa settimana nella quale non escano film su relazioni gay, lesbo, trans, cambiamenti di sesso, con immagini sempre più esplicite, quasi morbose, pedofilia, commedie sull’importanza di essere single, corna e via dicendo (anche l’Italia non ha tardato ad allinearsi). Per carità, la libertà di espressione va salvaguardata e ogni storia ha la sua dignità. Ogni pubblico pagante ha diritto di sentirsi rappresentato e quindi non scandalizza che l’offerta comprenda tutto questo. Però, mi piacerebbe vedere, per una volta, un bel filmone nel quale si racconta la storia di un marito e di una moglie, genitori di due figli, che fanno fatica ad arrivare a fine mese, ingegnandosi, in modo onesto, per far vivere con dignità la propria famiglia tradizionale, senza amanti nascoste e che hanno, come migliori amici, massimo della trasgressione, una coppia sposata, uomo e donna, lui impiegato alle poste, lei casalinga. Chiedo forse troppo?