Vietato sbagliare quando l’ eurozona si romperà! Questa la sintesi estrema del Convegno “Euro, Mercati, Democrazia” – per gli aficionados ricordato come Goofy 3 -, organizzato dall’Associazione a/simmetrie a Montesilvano (Pescara), sabato 8 e domenica 9 novembre. Due giorni in compagnia di economisti e politici che Alberto Bagnai ha riunito per capire se l’Italia può farcela. Perché è questo il grande interrogativo che non deve essere dimenticato dalla politica che vuole fare gli interessi dell’Italia. Come italiani stiamo perdendo troppo tempo dietro ad un ectoplasma che chiamiamo Europa. E’ arrivato il momento di analizzare seriamente la situazione e, a Montesilvano, l’incontro fra pro EURO e anti EURO non ha risparmiato colpi. I fautori dell’ Euro rappresentati da tre docenti universitari come Lippi, Boltho e Boldrin , i no euro rappresentati dal padrone di casa, Alberto Bagnai ed economisti come Borghi, Gawronski,Giacchè e altri docenti provenienti da Grecia, Spagna, Francia e Regno Unito. I politici sono stati le ‘dive’ della festa! Finalmente la politica ha avviato qualche prova di dialogo con gli economisti italiani e stranieri. Una vera novità per il palcoscenico italiano. Sarà il segnale giusto? Forse la politica sta arrivando a capire che l’abbandono dall’ euro non è una proposta folle di pochi, ma una opzione concreta per rispondere ad una moneta sballata e una UE inadatta alla gestione delle crisi. Per ovviare ad un sistema monetario ed economico bloccato che sta impoverendo intere fasce sociali a favore di pochissimi non resta che una via: eliminare il cambio fisso e restituire l’ammortizzatore necessario tra economie differenti. Sino ad oggi, invece, il sistema a cambi fissi e governo UE, hanno prodotto un sistema e delle ricette che hanno favorito tassi di disoccupazione da terzo mondo anche in paesi come la Spagna (25%), entrata in Eurozona con un debito pubblico irrilevante ed ora schizzato in alto causa crisi. Le ricette di austerity dei tecnocrati europei hanno portato in Grecia ad una situazione terrificante e in Portogallo al taglio dei salari, anche nella pubblica amministrazione. Alcuni partiti hanno già abbracciato la ricetta alternativa, quella di uscire dal sistema di cambi fissi. La Lega di Salvini e Fratelli D’Italia della Meloni e Alemanno hanno, già da mesi, inserito nel loro programma l’uscita dall’ eurozona. Il movimento 5 stelle di Grillo, dopo essere stato ondivago su questo argomento, ancora non ha deciso davvero e propone un referendum impossibile da realizzare, seminando dubbi sulle reali intenzioni. La vera novità del Convegno di Pescara la stata la presenza dei tre esponenti della minoranza PD : Cuperlo, Fassina e D’ Attorre. I tre nelle interviste rilasciate a margine, hanno lasciato chiaramente intendere che l’ abbandono o la rottura concordata della EUROZONA è per loro una delle opzioni sul tavolo. L’ impressione è che presto diventerà non UNA opzione ma la UNICA opzione possibile. Per un monolite come il Partito Democratico, sino a ieri fermo su posizioni intransigenti rispetto all’ Euro e alla UE, è un segnale non da poco. Staremo a vedere. La cosa certa è che il processo di rottura dell’Eurozona necessiterà anche di decisioni di governo pronte e decise. E, quindi, di notevole condivisione. D’altronde se l’Italia avesse abbandonato la moneta unica anni fa, si sarebbe trovata ad abbandonare l’ Eurozona con un paese non ancora deindustrializzato, ricalcando in buona sostanza il modello uscita SME post 92. Oggi la situazione è un filo più complicata, visto che ogni mese che passa chiudono aziende e il tessuto industriale si disfa. Lo Stato si dovrà fare carico di politiche di sostegno , anche nei confronti delle nuove imprese che dovranno nascere, oltre a promuovere politiche di incentivi al ritorno delle imprese che hanno delocalizzato in Cina, Romania o in altri paesi. Il tassello decisivo sarà proprio questo. Una volta riappropriatasi della sovranità, la politica sarà in grado di prendere le decisioni giuste di Politica Economica? Il tempo degli errori è terminato, vietato sbagliare.

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