Sarà veramente difficile evitare la distruzione del valore della moneta virtuale!
Seppur trattandosi di attività non reali gli effetti per la ricchezza finanziaria mondiale saranno destabilizzanti ed irreversibili.
La sopravvalutazione delle attività finanziarie è ormai molto evidente ed il fatto che le stesse siano in larghissima parte detenute dal sistema bancario, costituisce uno dei maggiori rischi di instabilità per l’economia mondiale.
Per comprendere la quantità di moneta immessa nel sistema è sufficiente analizzare l’evoluzione del debito mondiale nell’ultimo decennio, passato da 145 trilioni di Usd del 2006 a 215 trilioni del 2016. L’esposizione debitoria dei paesi emergenti nel medesimo periodo è passata da 16 trillioni di Usd a 56 trilioni di Usd (triplicata!) ed in termini di ratio debito/GDP dell’area ciò corrisponde al 215% (ben sopra il ratio della Grecia).
Con un dollaro forte e tassi di interesse in salita la probabilità di assistere a fallimenti in serie è molto alta.
D’altronde la bolla finanziaria, gonfiata dai gestori della moneta ad ogni crisi verificatasi negli ultimi 35/40 anni, non è mai scoppiata.
Dal 1980 ad oggi il peso delle attività reali sul totale delle attività mondiali è passato dal 50% ad un irrilevante 10%. Oltretutto tra le attività reali vengono ricompresi gli immobili che, come sappiamo, sono in larghissima parte a garanzia di prestiti e quindi finanziarizzati.
Il valore degli asset reali è al minimo storico in rapporto al valore delle attività finanziarie.
L’indice sulle commodity è oggi allo stesso livello del 1973, avendo perso dal 2008 il 60% e nonostante l’espansione creditizia osservata di 70 trilioni negli ultimi 10 anni.
Oro e miniere aurifere pesano solo per lo 0,4% delle attività mondiali (eravamo al 5% nel 1980) ed anche in questo caso siamo ad un minimo storico assoluto.
Pensate che l’indice sulle Gold e Silver stocks è sotto il livello di quotazione registrato nel momento del suo avvio ed eravamo nel lontano 1983 – nel medesimo periodo l’indice Dow Jones è salito di 16 volte.
Liberarsi di questa illusoria ricchezza fatta di carta (per chi la detiene…) non sarà semplice poiché le attività reali sono inconsistenti rispetto ai 215 trilioni di Usd in circolazione.
Oltretutto ci troviamo nel bel mezzo di una tripla bolla finanziaria: equity, bond, real estate, e ciò lascia senza grandi alternative gli investitori.
Probabilmente è per questo che i cinesi stanno convertendo i dollari detenuti con una certa velocità, comprando asset reali e pezzi importanti dell’economia di altri paesi.
I loro investimenti verso l’Europa sono raddoppiati lo scorso anno e complessivamente nel mondo sono saliti del 44%.
Come già evidenziato in precedenza, i cinesi comprano anche la quasi totalità dell’Oro estratto annualmente che includendo l’Oro usato e venduto sul mercato, ammonta a circa 180 miliardi di dollari.
Da questi numeri è abbastanza evidente che non ci sia Oro a sufficienza per i detentori dei 215 trilioni e sino a quando i prezzi saranno tenuti artificiosamente bassi, ciò consentirà a chi sta convertendo di diversificare quanto più possibile su altre attività reali.
Per tenere i prezzi sotto controllo, sul mercato future dell’Oro (comex) vengono scambiati controvalori surreali. Nel solo 2016 sono stati scambiati volumi per un ammontare di once pari a tutta la quantità di Oro estratta nella storia umana.
Ogni giorno si scambiano once pari a 2 volte la quantità annuale di nuova produzione di Oro ed in un anno quasi 500 volte.
Per il momento i grandi detentori di dollari, come la Cina, non hanno alcun interesse a provocare il default del comex che sarebbe inevitabile qualora venisse richiesta la consegna di Oro fisco di una minima parte dei volumi stratosferici scambiati.
Una cosa appare però certa, chi sta vendendo Oro e Silver ai prezzi attuali lo sta facendo a prezzi incredibilmente bassi e tra questi ci sono senza dubbio le società minerarie.
Perché l’industria non cerchi di tutelare i propri interessi resta un mistero.
Qualche CEO in maniera isolata ha provato a farlo (l’ultimo è stato il CEO di first majestic silver corp) ma gli altri CEO non hanno seguito e viste le prove certe di manipolazione (Deutsche Bank recentemente condannata) credo che una maggior unione all’interno dell’industria avrebbe potuto ottenere ben altri risultati.
Inoltre non dimentichiamo mai che i derivati in circolazione sono circa 1500 trilioni e gli impegni assunti dai governi (gap pensionistici e gap sanitari) sono stimati in oltre 300 trilioni di Usd (solo in America circa 100 trilioni).
Con l’inflazione tornata a salire (2,5% in America e 2% in Europa) i prezzi dei beni reali dovrebbero già da quest’anno iniziare una fase di marcato riaggiustamento.
Se consideriamo che i metalli preziosi sono ancora a valori molto distanti rispetto ai prezzi inflation adjusted del vecchio massimo del 1980 (l’Oro dovrebbe quotare circa 12.500 Usd l’Oncia e non 1.250 Usd), difenderli per chi è scoperto massivamente sul mercato future sarà una grandissima sfida.

Tag: ,