Ricevo e mi permetto di pubblicizzare nel mio Blog una iniziativa a mio parere interessante.  Una giornata dedicata ad un modo alternativo di vedere le cose.

 

Convegno a Roma ” Economia del Dono ” 10 – 11 Marzo a Roma

Perché un’economia basata sull’interconnessione e sul saper donare in luogo del paradigma dominante costruito sulla logica della competizione e del saper accumulare?
La nuova figura di imprenditore è innanzitutto quella di un individuo consapevole del suo ruolo in questo pianeta: essere garante della salvaguardia della vita e della bellezza in tutte le sue forme.
L’economia consapevole inizia da una rivoluzione interiore, dalla capacità di ridefinire e conoscere se stessi in profondità e di manifestare un nuovo livello di consapevolezza nel proprio modo di fare impresa, con un impatto totalmente diverso negli individui, nella società e nell’ambiente.
L’economia del dono si basa sulla capacità di costruire la propria ricchezza a partire dalla qualità del proprio saper donare. Nella povertà delle logiche di convenienza, dove l’obiettivo è soltanto ottenere, manca la coscienza della vera ricchezza, che non è un valore solo materiale e monetario, ma riguarda l’evoluzione complessiva dell’essere umano e della società.
L’evento dell’11 marzo ‘economia del dono’ inaugurerà una serie di azioni formative nel mondo economico, imprenditoriale e finanziario, tra cui uno short master sull’economia consapevole, basato su un approccio esperienziale innovatore e su un nuovo profilo manageriale che distingue tre tipi di imprenditori e altrettanti modi di fare impresa.
Il primo è l’imprenditore che individua il capitale aziendale nei beni materiali (primo fra tutti il denaro), il secondo è l’imprenditore che identifica il capitale col benessere sociale e il terzo è l’imprenditore che appartiene al nuovo paradigma economico e che considera la consapevolezza il capitale da cui derivano tutte le altre forme di ricchezza.
L’11 Marzo nella Sala Fellini in Piazza di Spagna, a Roma, si celebrerà l’evento ‘Economia del Dono’: creare ricchezza a partire dalla qualità del proprio saper donare.
L’evento verrà aperto il 10 pomeriggio in Campidoglio da Giovanna Melandri, Stefano Zamagni e Daniel Lumera.
L’11 marzo 9 relatori si alterneranno sul palco per ispirare il pubblico sulle possibilità concrete di un nuovo paradigma economico. Interverranno: Oscar Di Montigny (Direttore Marketing e Comunicazione Mediolanum), Enzo Mauro Muscia (Imprenditore A-Novo), Nicola Pirina (DG Sardex), Eusebio Gualino (AD Gessi spa), Marcello Mancini (Fondatore e CEO Performance Strategies), Giuseppe di Taranto (Professore ordinario storia economia LUISS), Mario Carrassi (Professore Economia Aziendale Università Bari), Geneview Vaughan (ricercatrice).
L’evento ha ricevuto un alto riconoscimento istituzionale, per il valore culturale espresso, da: Presidenza della Repubblica, CNI UNESCO, UNHCR, Ministero della Giustizia, Regione Lazio, Roma Capitale.
Estratto da Dialoghi con Daniel Lumera su “Economia e consapevolezza d’Impresa”
Perché la necessità di creare ricchezza a partire dalla qualità del proprio saper donare?
“La capacità di generare ricchezza inizia dalla consapevolezza della gestione del nostro mondo interiore (emozionale, mentale e coscienziale) dal quale prende origine, come riflesso, tutto il resto.
L’economia consapevole lavora per la manifestazione di un essere umano cosciente e causale, capace di creare la propria realtà in maniera armonica ed allineata con le reali esigenze profonde di sopravvivenza e felicità. Capace di creare la propria felicità ed attraverso di essa offrire servizio agli
altri e alla società, coscientemente interconnesso con tutte le forme di vita circostante, cosciente di essere uno con la vita stessa, capace di comprendere l’importanza del benessere collettivo e percepire le esigenze della coscienza collettiva come le proprie esigenze, garante dell’equilibrio del mondo naturale e delle risorse del pianeta, pienamente responsabile di se stesso e del suo ruolo individuale ed universale. Un essere umano consapevole che per cambiare il mondo deve iniziare a cambiare se stesso.”
Accumulare e donare sono in apparente antitesi. Perché pensare a un’economia fondata sul saper donare?
“Il nostro sistema economico equivale al sistema circolatorio: il sangue rappresenta il denaro che, circolando, permette di far arrivare energia e ossigeno a tutti gli organi e al sistema globale di funzionare correttamente e di restare in salute.
L’organo principale che permette al sistema circolatorio di funzionare è il cuore che dona costantemente sangue e permette a tessuti ed organi di essere irrorati, di rigenerarsi e svilupparsi. Il cuore è l’organo del per-dono per eccellenza. Sul saper donare si basa tutto il sistema circolatorio.
Il meccanismo della vita è il medesimo per ogni essere umano.
Per questo un sistema economico basato sul profitto e sull’accumulo non è sano e rischia costantemente un infarto.
La cura consiste nel costruire la propria ricchezza sul saper donare e costruire la propria impresa su queste prerogative”
Perché secondo lei le chiavi di un nuovo paradigma economico sono la consapevolezza, l’interconnessione e il saper donare?
“L’economia, in teoria, dovrebbe aiutarci nel gestire nel migliore dei modi il problema apparentemente irrisolvibile di riempire un vuoto illimitato (bisogni) utilizzando una quantità finita di risorse. La chiave di questa armonia è la consapevolezza individuale e collettiva: più essa cresce e più migliora la capacità di gestire in modo armonico l’ambiente che abitiamo e le sue risorse. Bisogna dunque pensare a nuovi modelli e paradigmi di benessere e sviluppo, fondati su una concezione differente della scienza e della vita nella sua globalità, che si sviluppi innanzitutto su un nuovo senso di identità e su una nuova consapevolezza di chi siamo e di qual’ è il nostro ruolo su questo pianeta trasformandoci da sfruttatori a garanti della salvaguardia di ogni forma di vita.
Prendersi cura della casa comune, il pianeta Terra, superando le logiche dello sfruttamento, della competizione e del dominio è diventato un imperativo indispensabile per la nostra sopravvivenza.
Proviamo a non pensare alle nostre necessità per una volta. Andiamo oltre il desiderio di soddisfare i nostri bisogni. Immaginiamo se tutti gli esseri umani si fermassero, per un istante, e ascoltassero in silenzio se stessi e la vita. Basterebbe uno solo di questi istanti autentici per scoprire che esiste un impulso irresistibile dentro ognuno di noi che ci spinge a servire gli altri, ad aiutare incondizionatamente le altre forme di vita e, attraverso la compassione, desiderare e lavorare per il loro benessere e la loro felicità. Ognuno di noi è libero di scegliere se ascoltare e seguire questo impulso e farne una guida nel suo scopo in questa esistenza. Smettiamo per un attimo di essere mercanti. Non stiamo barattando gioia, benessere e realizzazione con tempo, dedizione e impegno. Smettiamo ora di trattare l’Universo come un distributore cosmico di caramelle. Ricordiamo invece che la vita è un dono e che noi siamo qui per darci. È nella gioia di questo dono che sta la nostra ricompensa e le fondamenta della nostra prosperità autentica. La misura di un essere umano si capisce dalla qualità del suo saper donare e non da quanto riesce a ottenere, avere o accumulare