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La pavida ipocrisia lascia sempre traccia del suo passaggio come un gastropoda senza guscio. E lo fa con una bavosa scia di contraddizioni. La più viscida di questi giorni riguarda l’accoglienza. Per mesi si è sacrosantamente tuonato – da giornali, tv, radio, agenzie di stampa, sui social – alla recrudescenza xenofoba in Italia. Gli intemerati patrioti di Repubblica già mesi fa scrivevano a malincuore di “piramide dell’odio”, segnalando che nel nostro Paese si verificano addirittura “5 casi di discriminazione al giorno”. I predicatori del vero in onda su La7 ci hanno coraggiosamente raccontato la nazione per come è, fuor di retorica da sole, mare e babà: intollerante, grondante razzismo, borbottante rigurgiti fascisti, immobile, impermeabile a ogni cambiamento, stagna a ogni apertura, primitiva sul piano dell’integrazione rispetto ai popoli evoluti: quelli in marcia verso la concordia planetaria. Addirittura Amnesty International nel suo barometro dell’odio dava l’allarme: “Italia sempre più razzista e cattiva; sembra concentrare più di altri Paesi europei le tendenze a discriminazione e xenofobia”. Allineato dal basso finanche l’irascibile talento di Balotelli, riuscito faticosamente a farsi accettare per il nero della pelle e per la variopinta tamarraggine, ma ancora discriminato in quanto bresciano.

 

 

Un affresco scomodo quanto vivido, schietto, esatto. E ora, dopo aver dolorosamente preso coscienza di ciò che siamo nel profondo e in superficie, ostentiamo l’inverecondia di chi si sente degno di dare asilo allo straniero?! Ma come?! Vorremmo metterci il parruccone in crine di capra intriso di cipria tipico dei magnanimi, dei larghi di vedute, degli illuminati?! Vana pagliacciata. La verità è che non ci meritiamo gli immigrati: rifugiati o clandestini che siano. Eppure le eurocrazie meno avvertite o solo più ciniche vorrebbero mandarne a decine di migliaia proprio qui da noi. Sprovveduti, vigliacchi! Matteo Salvini si è mostrato l’unico politico con autentica sensibilità umanitaria, il solo ad avere a cuore la sorte dei migranti, indirizzandoli con sollecitudine verso orizzonti più civili, ospitali, solidali. Eppure c’è chi impudentemente ne contesta il savio agire prudenziale. Solo perché magari ha la pelle del colore giusto e non ha a che fare con gli italiani da straniero. Ma davvero le vite di questi sventurati valgono così poco per voi?! Neppure la loro sorte caduca ha il potere di ispirarvi un afflato di lungimiranza?! Chi avrebbe il coraggio, dopo le atroci peregrinazioni a cui sono già stati sottoposti, di scaraventarli in un milieu a tal punto ostile, oscurantista, segregazionista, violento?! Di farli approdare in una terra come l’Italia?! Siete vomitevoli!

 

 

 

 

 

 

 

 

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