Tavolata Milano: pranzo per 2,5 km, attesi oltre 6mila

Ricordo ancora il pranzo del 23 giugno. Eravamo in tanti, tantissimi, gioiosamente assiepati fra le meraviglie arbustive di Parco Sempione, con l’Arco della piazza a benedire la pace fra di noi, in una tavolata solidale per il pasto dei popoli. Il mio cuore batteva come un tamburo in orchestra, al ritmo dei percussionisti africani che accompagnavano una sfrenata danza di sapori etnici – dal delicatissimo Calulu al pepato Pollo Yassa – pronti a colonizzare il palato di noi ghiottoni, aperti alle esotiche delizie dell’accoglienza in un’inedita Ricetta Milano. E ricordo come fosse oggi le sapienti ed ecumeniche parole del primo cittadino Beppe Sala, sindaco di tutti:

«Milano non ha paura della diversità, ma ci costruisce sopra il futuro, lo facciamo da 26 secoli: questa magnifica città è arrivata dove è arrivata integrando e mettendo assieme le qualità di tutti noi. Quindi affrontiamo le nostre paure e amiamo la diversità. Noi ovviamente siamo qui per dire dei no, ma in sé questi no non bastano, serve costruire e avere una proposta. Non saremo mai accondiscendenti verso un atteggiamento che sta dilagando da Trump all’Europa».

 

 

E noi eravamo al suo fianco, a dire “no!” ai muri, “no!” alle distinzioni, “no!” alle discriminazioni, con il festante Jamal, con il timido Kamau, con il mistico alchimista Lisimba, impegnato in una formula propiziatoria forse venerante antiche essenze ghanesi… che non si stancava mai di recitare: «Fumo capo? Robba buona capo!». Oggi come allora combattiamo con il nostro sindaco e il suo nobile pretoriano, Pierfrancesco Majorino, una battaglia di civiltà, per una Milano sempre più vicina al calore umano dei popoli dell’Equatore. Leggiamo allora tutti insieme l’ultima lezione di integrazione del leader di questo nostro Cous Cous Klan, impartita al quotidiano La Verità:

«Penso che sull’immigrazione la sinistra abbia sbagliato tutto. Non siamo stati per niente chiari nell’affrontare il problema. Serve un piano nazionale. E in primis bisogna distinguere tra immigrazione degli africani e altri immigrati. L’immigrazione africana porta persone che hanno livello di istruzione pari a zero e che non hanno mai lavorato. Questa è la verità».

 

Koff! Ma come?!? Mi è andato di traverso il pasto dei popoli di quattro mesi fa… koff koff! Praticatemi una solidale manovra di Heimlich… uuuugh! Aiuto! Fate presto!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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