Happy primary students riding school bus

Un italiano di origine senegalese e religione islamica con precedenti penali per guida in stato di ebbrezza e abuso sessuale su minori… da 15 anni lavora per le Autoguidovie di Crema al servizio dei minori della scuola media Vailati. Non è l’inizio di una surreale favola nera fra Gogol’ e Villiers de-l’Isle-Adam, bensì un compiuto esempio di redenzione e integrazione sinistrocentrica. Da raccontare a grandi e piccini al Festival Antirazzista di Parco Sempione. Poi, un bel giorno, l’italiano di origine senegalese e religione islamica con precedenti penali, mentre procede fra gli elegiaci feudi del sindaco Sala alla ricerca della biblioteca degli alberi o forse di un pranzo solidale, per solidarietà verso degli sventurati morti in mare decide di dar fuoco al veicolo di cui era professionalmente alla guida, a se stesso e ai 51 ragazzini che trasportava, incurante della mobilità elettrica, del surriscaldamento globale, del futuro delle nuove generazioni e soprattutto di essere italiano. Strage a portata di clacson, vanificata dal piglio squadrista di alcune teste calde dei Carabinieri, che risponderanno nelle sedi più opportune del loro eccesso di zelo, grondante razzismo e islamofobia.

 

 

Ora, io cerco di sdrammatizzare, di gettare acqua sul fuoco, perché i demoni di Petronio Arbitro e Lucio Apuleio me lo comandano; ma se fossi il padre di uno dei bambini che scappavano terrorizzati da quel bus, ora sarei sulle tracce dei responsabili di tale “assunzione a tempo indeterminato” con acido nitrico nel cuore e mani assassine. Lascio a voi ulteriori commenti sull’accaduto e mi congedo con un passo tratto da Le Metamorfosi, cercando di trovare un po’ di balsamico distacco dalle cose del mondo, ma sperando possa essere di auspicio: «Eppure, neanche dinnanzi all’evidenza d’un delitto così nefando quegli immondi messeri restano confusi o interdetti; cercano, anzi, di volgere in riso il loro fallo e affermano: Ecco! E’ una vera ignominia! Quante volte l’innocenza è mal ricompensata! Per un sol calcetto che la madre degli dei ha donato in segno d’ospitalità a sua sorella Siriaca, ecco che si osa sottoporre i ministri del culto, come volgari malfattori, a un processo capitale! Ma inutilmente essi andavano blaterando queste e altre ciarle del genere, perché gli abitanti del villaggio li trascinano fuori e lì per lì li conducono con robuste catene nel carcere Tulliano».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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