Inferno-Girone-dei-Traditori-Dante-e-Bocca-degli

Di Bibbiano non si parla. Chi lo fa è accusato dai media che non ne parlano di essere uno “sciacallo”; di usare le piccole vittime a fini politici. Anche nell’epoca della post-verità, solo i quasi pensanti delle puntate precedenti potrebbero deglutire tale “appercezione”. In questo blog non ne ho parlato, perché se mostro in genere nervi distesi, quando si tratta di minori divento piuttosto sensibile. Suscettibilità puerile, che non colpisce certo chi da sempre parla di innocenti brutalizzati con eroica veemenza e senza arrendevolezze. Magari ricordando la Shoah dei bambini, ancora e ancora e ancora. Per non dimenticare. Ancora e ancora e ancora. Oppure il piccolo Alan Kurdi, la cui straziante immagine, che sembrava strappargli l’anima dal corpicino, è divenuta icona mediatica per la sinistra immigrazionista. Rilanciata e commentata, ancora e ancora e ancora. Analisti risoluti, che hanno il coraggio di affrontare l’incubo del sopruso sull’innocenza, il più infernale. Ma non per Bibbiano. Su Bibbiano è calato un inusuale silenzio stampa.

 

 

 

Non posso dire di aver seguito tutte le trasmissione Rai delle ultime settimane, ma pur cercando di essere telespettatore attento, non sono mai riuscito a intercettare un approfondimento sul caso. Mai. Mi corregga lo stimato Marcello Foa se sbaglio. Il Corriere della Sera, Repubblica e La Stampa affrontano la questione con morbosa disattenzione. Giusto separare i fatti dalle opinioni, quindi è mia opinione che se a finire sul banco degli imputati fossero stati dei militanti di estrema destra, si sarebbe titolato a tutto web sul ritorno da incubo degli esperimenti nazisti. Enrico Mentana ha vomitato da par suo post su Salvini e Carola, poi su Salvini, Savoini e la Russia, ovviamente sul Fascismo e sui problemi della razza; mentre per Bibbiano, dopo essersene occupato in maniera lubrica nei giorni immediatamente successivi alla deflagrazione della notizia su La7 e Open, si è completamente defilato, tornando in tema solo per allertare: «Voi tutti sapete che è in corso una squallida speculazione su quella brutta vicenda di Bibbiano, della quale nei giorni degli arresti ci siamo doverosamente e ampiamente occupati tutti, senza omettere nessun aspetto dell’inchiesta. Per evidenti interessi mandrie di haters e troll, di avvelenatori di pozzi chiedono che se ne parli all’infinito, come se fosse una vicenda in divenire. Quell’ansia di vetriolo però, come le bugie, ha le gambe corte». E da pedante saputello pubblica il fact-checking del mitologico David Puente, in cui si segnala come in rete circoli un video associato all’inchiesta «Angeli e Demoni», ma che riguarda invece un caso diverso, avvenuto nel 2017 in Sardegna. Con la stolidità di chi non comprende che la giovevole precisazione aumenta l’inquietudine nelle persone di senno… invece di placarla. Mentana si dimostra ancora una volta il vero avvelenatore – come sempre maldestro perché fa la parte dello scoreggione che per primo si lamenta dell’aria viziata – antropologicamente incapace di capire che nel mondo digitale tutto resta… e se menti con boria ti dimostri fesso prima ancora che infido. Infatti la pagina Fb del direttore, da cui decolla la predica e vivacissima di aggiornamenti, non ha mai accennato ai fatti di Reggio Emilia, se non per accusare di inopportuno arbitrio chi ne parlava: «Vi do una buona notizia: sto per cancellare i commenti, e bannare gli autori, che invece di riferirsi al tema dell’articolo accusano di non parlare di un altro argomento. Questa è la mia pagina, non un juke box per i temi scelti da soggetti affetti da turbe ossessive». Al di là della prosa come sempre un po’ involuta, della punteggiatura nevrotica e di quella verve squisitamente nerd – «vi do una notizia» – il direttore rivela tutto di sé proprio quando accusa gli altri. Poiché il suo spazio, a giudicare dai temi trattati – che vanno dal daje a Salvini al fassismo, dal rassismo fino al sessismo, per poi ripartire dal sessisimo fino al daje a Salvini, senza dimenticare rassismo e fassismo – è platealmente il juke-box di un giornalista affetto da turbe ossessive. Va da sé come anche questa pagina lo sia, senza tuttavia nasconderlo, perché apprezzo che si possa distinguere chi ha l’ossessione per la verità rispetto a chi nasconde, ma vive e diffonde, un’ossessione per la contraffazione. Infine c’è Nicola Zingaretti, leader del Partito Democratico, che da un articolo apparso sul quotidiano La Verità pare intenzionato ad allestire una muta di segugi che gli riporti chi scrive in maniera inopportuna sul caso Bibbiano («un pool di avvocati per denunciare chi diffama il Pd»). Tout se tient.

 

 

Io non credo ai cerchi dell’inferno. Ma credo che se esistessero, gli assistenti sociali e gli psicoterapeuti colpevoli… si vedrebbero strappare una creatura dal grembo, ogni giorno, per l’eternità, dagli artigli di un grifone. E se i cerchi dell’inferno esistessero, i giornalisti improbi e manipolatori… finirebbero nella sesta bolgia, crocifissi a terra, di traverso alla via, calpestati in eterno dalle stesse scimmie che avevano ammaestrato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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