Carissimi,

 

dopo tre anni esatti, oltre 200 articoli e oltre 10mila commenti, il blog si congeda. Ho vissuto come un privilegio poter dibattere con voi satanassi della multimedialità; se fui un anziano ragazzo che si affacciava alla ribalta del contradditorio online, ora sono un uomo. Vorrei venire nei vostri salotti e baciarvi con slancio adolescenziale davanti alle vostre mogli e ai vostri mariti. In un tenero abbraccio, vorrei appoggiare il mio Piacenza cashmere appena inumidito dall’emozione sul petto di Franz, di Egidio, di Franco, di Bragadin, di Mario, di Rob, di Cenzino, di Giessebi, di Stilicone, di Memento Mori, del Reverendo Mbuti, di lord Yotam, di Tashunka, di Bob, dell’immarcescibile Nola, di Giovanopoulos, di Divoli, di Claudio, di Ubimauri, di Alberto, di Fabrizio, del dr Strange, di Pieretto, di Paolo, di Roberto, di Honhil, di Sbr, di Mazzarino, di Montezuma, di Livio, di Lele, di Mario Galverna, di Biasini, di Marco Oldrati, di Max, dell’indimenticato Andrea Calcagno, dell’adorata Valentina, di Giulia, di Thalia, di Nessie, di Giorgina, di Rex, di ClioBer, di Laura… e chissà di quanti altri. Ma non posso. Da sabato sono infatti in quarantena a Piacenza. E non a caso. La chiusura del blog nasce proprio da una differente e inconciliabile valutazione sui rischi della satira, che, se sottovalutata, sa farsi epidemica. La parodia, in tempi virulenti come i nostri, deve lasciare spazio alla serietà e alla responsabilità, senza infettare di sé le anime candide di passaggio. Una febbriciattola d’importazione non ha mai ucciso nessuno, mentre le burlette sugli stranieri possono essere letali. Ormai è chiaro al mondo.

 

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Per prevenire il contagio e certificare la mia vigile attenzione alla profilassi quotidiana, ho seguito alla lettera le indicazioni del sindaco Sala, diminuendo la mia socialità e facendo bisboccia sul solo divano di casa. Cionondimeno, per celebrare quell’apertura verso culture lontane, quella corsa all’adozione dell’esotico forestiero, quell’inclusione, quell’integrazione, quella convivialità… che il mio blog aveva sempre colpevolmente sottoposto a pedante vaglio critico, ho invitato tutti i cittadini cinesi evitati nelle ultime settimane a una maratona benefica contro il razzismo e la xenofobia. Mentre Mattarella e Azzolina andavano in classe contro le psicosi, la filantropica sgambata per l’integrazione partirà da Wuhan e, passando per Codogno, giungerà sino alle redazioni milanesi. Ora che posso permettermelo, prendo inoltre convintamente le distanze dal direttore Alessandro Sallusti, che nel suo ultimo editoriale ha scritto:

Ora basta con le stupide manifestazioni di solidarietà delle amministrazioni di sinistra con le comunità cinesi e con i soggetti a rischio che non fanno che aumentare il pericolo di contagio. Anche questo tipo di antirazzismo può fare più danni del razzismo.

Infine, in omaggio all’amico Galeazzo che il 19 novembre – forse un poco generosamente – paragonava lo stile delle mie stroncature a quello potente di Giovanni Papini, chiudo proprio con una citazione dell’intellettuale fiorentino: «Nel medioevale c’è il solenne epitaffiosul gran cimitero del mondo; nel moderno un semplice scherzo funebre sul palcoscenico dei burattini che si credono vivi».

 

Sempre vostro,

 

 

Augusto