Nel settembre 2017 affrontai con tono scanzonato un tema inquietante. Rileggere oggi quel pezzo, così facilmente profetico, rende tuttavia sgradevole tale autoimposta leggerezza: la dignità delle vittime non l’ammette; il pericolo che corriamo, così subdolamente stocastico, così vicino al terrorismo per l’agghiacciante casualità che l’accompagna, la rende inopportuna. Se una ragazzina di Bolzano – la civilissima Bolzano, prima per due anni di fila in Italia nella classifica della qualità della vita, città natale di Dietlinde Gruber – viene presa per un braccio mentre torna da scuola alle due del pomeriggio e trascinata nelle frasche per essere brutalizzata da due “uomini di […]