Chi ha avuto la pazienza di seguire un poco questo blog – peraltro ripagata da un’inesauribile bordata di risate e trastullo – avrà notato che sono spesso costretto a occuparmi di demistificazione. Viviamo in tempi subdoli, di limaccioso livellamento, e tutto sembra esserne ammorbato. Le parole ne sono il primo funesto presagio. I vocaboli possono essere un incantesimo o una fattura; se sono al servizio della verità innalzano fino alla santità, ma quando sono ancelle d’una Circe bagasciona tramutano in bestia chi si lascia affascinare dal loro tintinnio. Oggi mi voglio occupare della parola «discriminazione». Confessiamolo, anche noi liberi pensatori […]