Le vacanze di Natale si avvicinano ed io, come ogni anno, attendo quel momento per poter leggere in pace santissima; per sfogliare lentamente la natività dell’anima. Quando mi abbandonerò sul tappeto cingendo il libro prescelto fra le mani come un bambino Gesù in fasce. Eppure ora mi domando, perché aspettare il camino acceso, il plaid in alpaca, l’asino e il bue? Lo sciabordio di un’onda lontana, la risacca di un «Ultimo mare» trascinano lo spirito verso i versi di Nichi Vendola: «Il foglio magro nel pallore d’aprile… Il pugno di corallo e di rabbia… Corpo o latte… Ossario d’utopia… Stranezza, […]