È tutta questione di… limite insuperabile

Il 25 luglio l’ANSA pubblica la seguente notizia: ” (NEW DELHI) – Una bambina di 8 anni è stata stuprata e impiccata ad un albero in un villaggio del West Bengala, lo stato indiano dove sorge Calcutta. Lo riferiscono oggi i media indiani. Tre uomini sospettati di essere gli autori della violenza sono stati linciati dalla folla prima dell’arrivo della polizia. Uno di loro, il guaritore del villaggio, è morto all’ospedale. Lo scioccante delitto è venuto alla luce ieri e ricorda la tragedia delle due cuginette trovate impiccate nell’Uttar Pradesh”.

Da anni mi occupo di “omicidio verso le donne“, così si dovrebbe definire ciò che invece viene etichettato come femminicidio, per moda ideologica inutile, e più me ne occupo più mi rendo conto che la questione riguarda tanto le donne quanto gli uomini. Di tutto il mondo, attraversando tutte le culture di questa strana umanità.

Quando poi si tratta di stupri rivolti all’infanzia, la mia mente non riesce nemmeno ad inorridire, e tace in un angosciato silenzio senza fine… che può essere interrotto solo da poche parole. Esistono imperativi biologici universali che sono al di sopra di qualsiasi concezione mentale riguardante lo stile culturale dei popoli. Uno di questi imperativi biologici universali, che non viene mai seguito, da nessuno e da sempre, è il semplice diritto ad esistere secondo una propria integra identità.

Si discuta pure su quello che si intende per vita e quando essa inizi e finisca.

Dal mio punto di vista, si tratta di speculazioni atte a giustificare atteggiamenti comportamentali megalomani, di fronte al mistero di ogni esistenza, sia essa normale o disabile, eccellente oppure mediocre, fetale o neonatale, giovane oppure anziana. Ogni cultura sa come si mettono al mondo i figli e come ci si protegge dall’incapacità di allevarli: non facendone, utilizzando una serie infinita di precauzioni.

Un altro imperativo biologico universale, secondo il grande etologo Konrad Lorenz, è la presenza nella nostra mente dello schema infantile, ossia il riconoscimento negli uomini, primati terricoli umani, del cucciolo, verso il quale si estingue ogni forma di aggressività. Se questo non avviene significa che il sistema della cultura di quel popolo sta travisando questo imperativo, determinando atteggiamenti anti-evolutivi e profondamente dannosi che si definisco, in poche parole: atteggiamenti culturali abortivi.

In questi casi, le persone affette da tale patologia perché di patologia si tratta, dovrebbero essere allontanate immediatamente dal gruppo, oppure rese innocue con interventi medico-sanitari rilevanti e definitivi, se vogliamo che rimangano all’interno del gruppo che ha subito l’offesa.

L’infanzia e la senilità sono per tutti i popoli qualcosa di così sacro che nessun relativismo assoluto culturale, medico oppure legale può comprendere/tollerare azioni riferite alla sua aberrazione.

Ma le nostre grandi istituzioni umanitarie, che sperperano indegnamente i soldi per i loro carrozzoni, spendendo solo il 30% in azioni sociali e mediche per le quali dicono di adoperarsi, dove sono in questi casi?

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