È tutta questione di… soldi.

Già nel 2010 emerge dalle ricerche della neuropsichiatra Louann Brizendine che le femmine umane prediligono intessere e stabilire rapporti, anche dopo il primo incontro, con un maschio che paghi utilizzando la carta di credito, piuttosto che con maschi che pagano in contanti. E mi sembra giusto, visto che la carta di credito presuppone una continua, anche se non necessariamente costante, presenza di denaro sul conto corrente, mentre il contante “oggi ce l’hai e domani no”. Questione di evoluzione, poiché la vita della prole eventuale può essere più felicemente garantita da un buon conto in banca (nonostante oggi sia il luogo peggiore dove depositare i nostri soldi).

La famosa frase “un cuore ed una capanna” è un modo di dire popolare rassicurante e consolatorio. Nessuna femmina umana esteticamente accettabile – secondo i canoni vigenti – e che non sia ripugnante, riflettendo sulle proprie aspirazioni lo considera veritiero. Una femmina umana sana e intelligente (espressioni che utilizzo riferendomi all’Antropologia della mente) non darebbe mai il proprio corpo ad uno sconosciuto se non di fronte ad una garanzia evidente di protezione della prole, e dunque di se stessa.

E questo vale per qualsiasi strato sociale, con le dovute differenze, si intende. Ed è proprio in nome di questo sostanziale imperativo biologico femminile, che si deve interpretare unindagine esplorativa condotta da un famoso sito di incontri, dalla quale emerge che il potere economico è davvero funzionale al mantenimento e alla cura della prole.

Inoltre, possedere una carta di credito significa essere nelle condizioni di appartenere a quella classe di uomini che sanno curare i loro interessi con discrezione, senza ostentare con i contanti qualcosa che non si possiede. È noto che gli individui “insani mentalmente”, quando non possiedono cose che vorrebbero possedere, tendono a dimostrare il contrario, comportandosi da megalomani. Gli uomini con carta di credito, quindi, rappresentano la concreta possibilità di presentarsi come le persone più adatte al mantenimento e alla cura della prole.

Ecco perché, e giustamente, le donne sviluppano una forte sensibilità al denaro, espressione di forza e non di potere, perché è con il primo che si riesce a raggiungere gli obiettivi, all’interno dei quali il denaro può costituire la vera discriminante fra gli obiettivi stessi.

Di certo, la consapevolezza nei maschi di questa situazione può comportare ulteriori conseguenze in loro. Una di queste è, per esempio, la formazione di una idea sbagliata secondo cui le femmine umane si preoccupano solo dei soldi e della quantità di benessere che essi riescono ad elargire loro. Una seconda conseguenza può determinare la ferrea convinzione che qualsiasi donna sia “comprabile”, e che si tratti solo di prezzo.

L’unica strategia per ovviare a questo problema sembra sia quella di stabilire un rapporto di mutuo soccorso, basato sui criteri della reciprocità in voga nelle famiglie allargate e nelle città in cui vi era partecipazione attiva alla vita di quartiere. Tale reciprocità viene insegnata se praticata, e non solo in famiglia ma anche a scuola, e sono avvantaggiati in questo tutti coloro che hanno l’occasione di svolgere azioni di volontariato, sia esso laico che religioso.

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