421912_3312170733822_1220655077_nÈ tutta questione di… disperazione.

La vita quotidiana di ogni essere umano, a qualsiasi età e in qualunque situazione, è tanto semplice quanto complessa, perché richiede la presenza di una mente che sappia rapportarsi con una serie di comportamenti frutto di un sano rapporto con il passare del tempo.

E questa notizia ci fa comprendere che i nostri adolescenti, e persino più giovani, hanno un reale problema con il tempo e la sua funzione nella vita di tutti gli uomini.

Quando si sfida la vita in questo modo (dal mio punto di vista, molto similmente a coloro che praticano sport estremi) è evidente che la valutazione del proprio futuro, delle proprie aspettative verso il futuro, si fermano in realtà al presente, senza tenere conto del proprio passato e di eventuali progetti per l’avvenire.

In una società globale come la nostra, in cui la monotonia della quotidianità viene vissuta negativamente, perché fonte di frustrazione, la possibilità di emergere, secondo le regole della comunicazione odierna, ossia con i social network, diventa l’unica possibilità contro la disperazione. Si esprime coraggio con atti autolesionistici per comunicare un inconscio disprezzo per la vita, il futuro e qualsiasi costruzione professionale possibile, convincendosi che tale dimostrazione indichi la capacità di rischiare, ma il potere di fermarsi un attimo prima della morte.

Ecco perché ci si dà fuoco accanto ad una piscina colma di acqua, oppure vicino a qualche secchio pieno d’acqua. Ma non sempre le cose vanno come si spera, e si muore bruciati quando non si riesce a spegnere il fuoco che brucia se stessi.

Il tutto, come dicevo, per qualche visualizzazione in più su YouTube, oppure qualche Like in altri social. A questa situazione non si giunge, però, per caso oppure per un errore di frequentazione, ma spesso essa è il risultato di una prolungata e condivisa esposizione ai reality, a trasmissioni intelligenti dove si impara a cantare di tutto, quando non sia l’effetto nefasto dell’assenza di un vero dialogo con i propri genitori.

Mi riferisco al caso, ovviamente, in cui i genitori facciano il loro dovere, assieme alla scuola e ad altre istituzioni dello Stato preposte alla formazione dei giovani.

Eppure si potrebbero eliminare sul nascere queste manifestazioni dementi dei nostri giovani, basterebbe volerlo, e il problema è proprio questo, che non lo si vuole, perché in questo modo avremo un popolo adulto bruciato anche nel cervello, nonostante sembri essere vivo.

Così i voti agli imbecilli saranno garantiti, anzi… sempre più in aumento.

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