foto stefano craccoÈ tutta questione di… separazione.

Sì perché è questo che sta facendo la nostra meravigliosa Europa. Memore del celebre motto latino “Dividi et impera”, l’Europa punta sulla divisione innalzando sempre più muri per arginare l’avanzata dei migranti, l’ultimo dei quali in Ungheria.

L’Europa sembra agire sempre più come un Impero e non come una coalizione cooperante di Stati, ricordando in questo gli Stati Uniti che però dalla loro hanno la presenza di una Corte Suprema vigile e vigilante.

Ma in testa a chi sta la corona dell’Impero Europa? Non certo all’Italia trattata – al pari della Grecia – come la Cenerentola mentre le sorellastre Genoveffa e Anastasia (Germania e Francia) si danno da fare per infilare il loro regale piedino nella strettissima scarpetta (l’Europa, appunto).

E la corona non è certo in testa al nostro beneamato Renzi, che si arrabatta disperatamente per far sentire la sua opinione che, guarda caso, nessuno pare avergli chiesto.

Insomma, a chi stia in testa questa corona pare evidente (le sopracitate sorellastre) come è evidente che questa Europa invece che unire non sta facendo altro che adottare la tattica della separazione a tutti i costi.

I muri che l’Unione europea sta finanziando in molti Paesi d’Europa – l’ultimo dei quali in Ungheria – sono proprio lo specchio della politica ipocrita di un’Europa che da i soldi per separare e che poi professa l’unione inesistente di una coalizione di Paesi che non sanno e non vogliono neanche parlarsi.

Insomma, predica bene ma razzola male… molto male.

In un mondo che va sempre di più verso la globalizzazione e l’abbattimento delle barriere (se non quelle fisiche sicuramente quelle mentali) la nostra lungimirante Europa va in direzione contraria pensando così di rafforzarsi e, chissà, forse anche di arricchirsi. L’applicazione di strategie border line, se non addirittura anacronistiche, nella speranza di poter contenere una massa di individui che vuole cambiare vita non farà altro che peggiorare le cose.

Invece di finanziare muri, dovrebbe essere attuato un vero e proprio programma costante e continuo di formazione di una nuova identità mondiale secondo cui eventi come quello greco non dovrebbero verificarsi. Eppure l’egoismo e l’ipocrisia in nome del denaro e del potere emergono sempre – come nel caso anglo-francese – senza differenza fra dominatori e sottomessi perché anche quest’ultima differenza è fittizia, soggetta ai flussi e riflussi storici che rendono le nostre vite una alternanza continua.

Questi muri, e ce ne sono tanti in Europa, non servono ad altro che a creare instabilità socio-politica in chiave economica, continuando a dare ragione a coloro che dividono il mondo in comandanti e comandati perché questa divisione è più fruttuosa.

Ma fino a quando la pace non sarà economicamente rilevante nessun popolo, nazione e confederazione di Stati la perseguirà seriamente.

 

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