PAPA FRANCESCOÈ tutta questione di… coerenza.

Anche se personalmente sostengo spesso che l’incoerenza, in alcuni casi della nostra vita, può essere preferibile alla coerenza, perché indica un cambiamento di opinione, oppure di rotta, in questo caso, ossia rispetto agli atteggiamenti del Papa, penso che si debba ammirare la sua posizione. Una posizione teorica, teologica ed esistenziale, coerente con il senso profondo ed ultimo del messaggio evangelico.

Le crociate ci sono state, e probabilmente per questi assassini esaltati mussulmani, quelli delle stragi, possono ancora ripetersi. Forse le desiderano proprio, e sono infuocati da un altro essere esaltato, quindi pericoloso come lo sono sempre gli esaltati, autoproclamatosi califfo.

Scritto questo, il Vangelo, nel suo insegnamento di base non lo si può cambiare, e mi riferisco a quelli accettati dalla tradizione cattolica, ossia i Quattro Vangeli. Ciò significa che esiste una tradizione esegetica ben consolidata, che richiede molta attenzione e una discreta dose di umiltà, specialmente in colui che si presenta come il Vicario di Cristo nel mondo. In altre parole, non è possibile, in questo millennio, dopo altri papi che hanno fatto ammenda per i passati errori di violenza ed aggressione, chiedere a Papa Francesco di esprimersi secondo la legge della violenza, della guerra.

E’ ovvio che il mondo lo ascolterà se vorrà, o meno. Di certo i cattolici, ancora prima cristiani, dovrebbero farlo.

Questo è il mio parere.

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