È tutta questione di… evoluzione.

Bene, era ora che anche qui si giungesse a questa consapevolezza, a questa conquista di civiltà biologica universale.

È l’ora di finirla con questo relativismo assoluto, grazie al quale un certa para-ideologia progressista ci ha abituato, facendoci credere che sia necessario rispettare tutte le culture, come se le culture fossero qualcosa di estraneo alla natura biologicamente determinata della nostra specie.

Invito tutti a leggere Steven Pinker, che ci spiega, nel suo meraviglioso Tabula rasa, perché siamo in un mondo in cui abbiamo demonizzato tutto quello che è possibile ricondurre al concetto di natura, naturale e dunque biologico. E ovviamente a vantaggio di una presunta, e politicamente strumentalizzabile, superiorità della cultura. Ed utilizzo questo termine in senso antropologico, ossia slegato dall’idea di alfabetizzazione elevata. Legato, invece, a quell’insieme di atteggiamenti e comportamenti compartecipati da un gruppo sociale di individui, nell’affrontare le sfide che la realtà geografica e territoriale pone loro.

Ecco che anche il concetto di onore non può essere disgiunto dall’onorabilità della vita umana in quanto tale. Però, e lo vediamo anche noi, in questo nostro caro civilizzato Occidente, si operano differenze fra la vita di un maschietto e quella di una femminuccia, con l’adesione esplicita a valori decisamente differenziati.

E quando si vede troppa differenza con gli altri, si è quasi sempre portati a definirsi i migliori, in questa presunta differenza. Ma siamo, invece, molto più simili e banali che originali, che unici. Forse, dovremmo cominciare a capirlo, specialmente noi maschi, perché le femmine, quelle giuste e sane, facendo figli tanto maschili quanto femminili, elargiscono loro amore in egual misura. E se sbagliano qualche cosa anche loro, questo accade perché partecipano, come noi, agli stessi modelli culturali.

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