presa dal webÈ tutta questione di… progettualità.

Ho letto sui Social la lettera con cui un medico sollecita la categoria all’onestà e chiede di dire la verità sui rischi che stiamo correndo e le conseguenze dei vaccini. Non mi addentro sulla questione dal punto di vista scientifico, perché non ho studiato in profondità la questione. Ma sono contento di non avere figli, in questo mondo e specialmente di non doverli crescere in questa nazione. Lo so, è una affermazione dura. Però, non posso tacere questa considerazione, che sale alla mia mente proprio dal cuore. Direttamente.

E leggo, in effetti, commenti di genitori che si sentono frustrati, davanti a una decisione così categorica e direi dispotica: obbligare un genitore a modificare il sistema immunitario dei propri figli, quando negli altri Paesi europei è possibile scegliere, e penso con cognizione di causa. Nello stesso tempo, capisco perfettamente che il problema è sociale e culturale, perché, di fronte a certe malattie, l’intera comunità rischia la propria salute, ma penso che si possano trovare soluzioni più compartecipate. Inoltre, uno Stato dovrebbe prima educare i propri cittadini, specialmente quando si tratta di decidere circa la salute dei propri figli. Che lo Stato sia una Famiglia è una bufala che va avanti da anni in questa nazione.

Ma la mia considerazione antropologico-mentale è un’altra: stiamo vivendo un momento storico pieno di paure. E, in questo caso, è lo Stato a far paura. Mi chiedo se aggiungere anche questa sia parte di una lucida strategia per vedere quanto resistiamo prima di reagire veramente. Siamo il popolo della Resistenza. Teniamo duro più degli altri. Forse finché non troveremo il vero mordente che ci metterà in azione.

Io proporrei, però, due possibili soluzioni: a) creare modelli di comportamento cui riferirsi, onesti e preparati, così da poter sostenere il Paese; b) contattare alcune case farmaceutiche perché creino un vaccino polivalente e trasversale contro la classe politica attuale. Sicuramente il business sarà superiore rispetto a quello legato al decreto legge approvato da questo governo.

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