Bill_de_BlasioTutta questione di… vergogna.

Ecco chi era il più favorito antagonista di Donald Trump alla corsa per la Casa Bianca nell’anno 2020: Warren Wilhelm Jr., ovvero il Sindaco di New York. Sicuramente questo nome non vi dirà alcunché, dal momento che “il nostro” è meglio conosciuto con lo pseudonimo Bill de Blasio. D’altro canto, si sa, un colpo di italianità porta sempre bene nella Grande Mela che, da sola, raccoglie ben oltre un quinto dei 15,6 milioni di italiani presenti su suolo statunitense.

E, quindi, se Parigi val bene una Messa, allora, in vista delle presidenziali, va benissimo abdicare alla nascita americana per fregiarsi di quella “pennellata” di pizza, spaghetti e mandolino, che Bill de Blasio ritrova nel suo corredo genetico, grazie al puro caso di esser stato generato da madre italica.

Secondo quanto riportato da Public Integrity, de Blasio è un autentico moralizzatore “de noartri”.

Di lui si ricorda il potente grido di difesa delle fasce sociali più deboli, e della classe dei lavoratori. Di lui i media hanno celebrato la forte censura all’uso del denaro nelle competizioni politiche delle Elezioni Federali (sentenza nota per aver sancito, in materia di spesa politica, un atteggiamento maggiormente liberale e libertario rispetto al passato). Di de Blasio e di sua moglie si rammentano i modesti, al limite del pidocchioso, contributi (rispettivamente $ 1.000,00 e $ 700,00) offerti per sostenere Obama nella campagna elettorale 2011-2012, così come le irrisorie briciole di $ 295 devoluti al democratico John Edwards, in occasione della sua corsa alle presidenziali 2003-2004.

Qualcuno potrà dire che gli oboli in questione si ponevano come la coerente traduzione pratica della prospettiva moralizzatrice di Bill de Blasio.

Anche no.

Perché il Sindaco di New York ha tenuto il punto di coerenza soltanto “in uscita”, ovvero quando toccava a lui frugarsi in tasca per sostenere le candidature altrui. Ben altra nonchalance ha dimostrato “in entrata” vale a dire durante le campagne elettorali che lo hanno visto candidato.

Infatti, de Blasio ha accettato contributi milionari a favore della sua competizione elettorale del 2013, per la carica di Sindaco di NY. Non solo. Nonostante la sua ben nota posizione di fronte alla suddetta sentenza delle Suprema Corte, pacificamente applicabile anche ai sindacati, de Blasio non ha avuto alcuna remora nell’accettare i sostanziosi contributi del sindacato Service Employees International Union; così come non si è fatto scrupolo ad accettare gli aiuti elettorali in denaro che provenivano, non soltanto dal mai troppo lodato George Soros in persona, ma anche dai figli di quest’ultimo.

Grazie ad un provvedimento legislativo da lui stesso firmato nel 2016, il suo stipendio di Sindaco nell’anno 2018 ha fatto un balzo in avanti di ben $ 33.000,00 rispetto al 2017. Tutto questo a dispetto della sanzione di $48.000,00 irrogatagli nel 2016 dal Consiglio finanziario per la campagna di New York per (udite, udite!) violazione delle norme sul finanziamento elettorale ed, in particolare, per mancata segnalazione delle transazioni, l’accettazione di contributi oltre il limite, ed incameramento di contributi da commissioni politiche non registrate.

Che vette di sublime, sfacciata derisione, rispetto al politicamente opportuno! (per non scomodare l’etica). In buona sostanza, Bill de Blasio è un moderno Catone censore dei soli deretani altrui. Con la convinzione che la scopertura del suo non faccia notizia.

Fortuna che la gente non ha l’anello al naso, e lo scarso gradimento emerso nei sondaggi lo ha convinto a ritirarsi dalla competizione per lo Studio Ovale.

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