elezioni regionali emilia romagna calabria-2È tutta questione di… politica.

Partiamo da queste considerazioni, che ci delineano un quadro, ancorché ipotetico, della situazione emiliana, secondo i sondaggi che riguardano le prossime elezioni regionali.

Sembra che il Centro-destra sia il favorito, anche se io invito alla cautela, perché le intenzioni di voto non sono sempre rispettate quando la persona entra in cabina, ammesso che l’esercizio del voto sia, nel caso della gattopardesca Italia, un’azione che effettivamente conduce alla realizzazione della volontà popolare. Ho qualche dubbio in merito, e penso che lo abbiano oramai molti cittadini italiani, altrimenti non avremmo avuto una ascesa del Movimento 5 Stelle. Certo, quest’ultimo, dilaniato da evidenti e realistiche lotte interne, è sostanzialmente destinato a lasciare le poltrone di governo, ammesso che qualcuno di loro continui a rimanere nel Movimento, al posto di emigrare in qualche altro gruppo politico parlamentare. E, in effetti, la diaspora continua, come sta accadendo anche al Pd, che deve affrontare la questione Italia Viva.

Abbiamo letto tutti, a questo proposito, che Zingaretti vuole sciogliere il partito, per un rinnovamento che sarà solo nel nome (cosa a cui il PD è abituato da molto tempo…) e non certo nella sostanza. Per un rinnovamento nella sostanza, dobbiamo attendere che la cronologia biologica degli attuali esponenti politici faccia il suo corso e giunga, con sollievo di molti e finalmente, al suo termine. Questo avverrà, come avviene per tutti, ma con il problema dei sostituti, perché nella nostra nazione i politici tutto hanno fatto (o non fatto…), tranne la formazione di giovani leve politiche, in grado di sopperire alla attuale inettitudine evidente.

In questa meravigliosa situazione politica, che è specchio di quella socio-culturale nella quale versa la nostra nazione da anni, nonostante il “non voterei mai per il PD” (rovina evidente della nostre normali esistenze…), sembra difficile credere che una Emilia ed una Calabria al Centro-destra costituisca la soluzione per il cambiamento. Abbiamo già visto all’opera il Centro-destra, in molte amministrazioni locali, regionali e persino al governo della nazione, e sono cambiate solo alcune cose marginali. Il cambiamento strutturale, quello di cui abbiamo necessità (la burocrazia, la programmazione economica a lungo termine, le infrastrutture obsolete – quando ci sono, etc.), tarda a farsi strada. E perché?

Perché Mattarella ha ragione: non abbiamo governi che in questo ultimo periodo, ossia da quando è finita l’era berlusconiana, siano in grado di pensare in grande, poiché la progettazione del futuro richiede attesa paziente e lunghi periodi di governo stabile. Per questo motivo, e non solo perché siamo una democrazia parlamentare, abbiamo un secondo governo Conte, e che personalmente non trovo affatto soddisfacente. Ma, si doveva comunque tentare, affinché si vedesse un minimo di operato, e si potesse avere materiale cognitivo per votare il Centro-destra.

E, comunque, avendone bisogno, auguri a tutti noi, stando a vedere cosa accadrà tra qualche giorno in Emilia e in Calabria. Secondo me, vincerà il Centro-destra con una minima differenza, grazie ai voti che tolgono le sardine e i Cinque Stelle (che corrono… da soli).

Non parlo del PD, perché non esiste.

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