La cultura è un valore. Ma può essere anche un peso. Una zavorra sotto forma di libri. Tanti. Spesso preziosi, talvolta rari, di solito interessanti, mai inutili. Càpitano, però, anche titoli superati, noiosi. Libri, questi ultimi, il cui peso e volume hanno la meglio sul contenuto. Da qui parte questo blog. Ambisce a essere  strumento utile per liberarsi di zavorre inutili e di segnalare quei titoli che avranno sempre un peso specifico altamente interessante. Chi deve costruirsi una biblioteca deve prima o poi inevitabilmente pesare i volumi. Saggiarne la consistenza e lo spazio occupato e capire quanti possono continuare ad abitare indisturbati come suoi coinquilini e quanti, invece, devono cercarsi un altro indirizzo. E questo – datemi retta – prima o poi accade a tutti. Se non intervengono i traslochi di domicilio, c’è sempre il fattore “accumulo proditorio” a costringere alla resa. Tanti bestseller, tanti capolavori stagionali (e la stagione è sempre quella calda, chissà perché), tanti titoli discussi (e soprattutto discutibili) dovranno fare le valigie. Anzi infilarsi tutti ordinatamente dentro una sacca capiente e sloggiare. Alle loro spalle recupereranno spazio e respiro quelli che non si possono mandare via. Quelli, in buona sostanza, che non hanno ancora esaurito di regalarci  preziose informazioni e suggestioni. Di questi ultimi parleremo. Con buona pace di coloro che credono nel futuro della tecnologia. Quella, per intenderci, che grazie agli e-reader, agli smartphone e ai tablet potrebbe scompigliare le carte di questo sommario ragionamento. Una tavoletta leggera e tascabile (l’e-reader, appunto) potrebbe, infatti, contenere tutta una biblioteca domestica. Usare il condizionale è d’obbligo per due motivi. In primo luogo perché anche se ci mettessimo fin da subito al lavoro per riempire questa preziosa tavoletta, avremo sempre alle nostre spalle cumuli di libri da “smaltire” o da proteggere come ricordi preziosi. E poi perché il mercato dell’e-book è ancora molto giovane e “immaturo” per poter impensierire se non altri almeno chi lavora nel settore dei traslochi. I titoli digitali rappresentano appena (dati Aie) l’1,8% del mercato. E si vendono appena 60mila libri digitali l’anno (contro il milione della Gran Bretagna, ad esempio). Semmai l’unico dato che davvero può preoccupare chi non si fa irretire dalle novità da sfoggiare sulla spiaggia è quello riguardante i libri “di catalogo”, che perdono ancora quote di mercato (circa l’8% rispetto al biennio 2010-2011) a favore delle novità. Tra note positive e negative, ce ne vuole ancora di tempo per trasformare i lettori forti (quelli che non si separerebbero troppo a lungo dai loro amati volumi) in nomadi potenziali, capaci di cambiare domicilio e città di continuo, grazie alla leggerezza di un tablet o di un e-reader ben forniti.

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