A parte i libri, c’è una cosa che ci avvicina ai grandi scrittori, monumenti virtuali della nostra cultura. E quella cosa sono appunto i loro monumenti funebri. D’altronde sull’importanza dell’ultima dimora aveva le idee chiare già Michail Lermontov. “Un uomo piccolo – scriveva – è piccolo anche nel dolore, un gigante è grande anche nella tomba”. La casa del loro ultimo riposo diviene, quindi, il più evidente e materiale contatto tra noi e loro (libri a parte, ovviamente) e tante cose si possono capire da come gli eredi (in senso lato, non necessariamente familiare) hanno sistemato il caro (e famoso) estinto.

Il drammaturgo austriaco Franz Grillparzer può essere considerato il padre di un genere (quello delle guide dedicate ai cimiteri monumentali) grazie a un suo fulminante aforisma. “Le tombe del passato sono le culle del futuro”. Forti di questo auspicio, possiamo godere la lettura del libro Passeggiate nei prati dell’eternità di Valeria Paniccia (Mursia). Volume ricco di aneddoti divertenti e storie malinconiche, si propone al lettore come una lunga passeggiata nei cimiteri di mezzo mondo, sbirciando tra i nomi incisi sulle tombe. Il più delle volte questi tour sono scortati da guide famose (Margherita Hack, Giorgio Albertazzi, Toni Servillo e Gabriele Lavia, solo per citarne alcuni) che hanno conosciuto o solo amato e ammirato i “grandi sepolti” e che parlano del loro rapporto con la morte. Si parte dal San Michele di Venezia, un cimitero unico al mondo. Massimo Cacciari introduce alcuni inquilini importanti di questo cimitero come Ezra Pound e Josif  Brodskyi. Ovviamente il tour fa tappa al cimitero acattolico di Testaccio (Roma), dove riposa il poeta John Keats, sulla cui lapide è inciso l’epitaffio forse più bello di sempre (“Qui giace un uomo il cui nome è inciso nell’acqua”). Accanto a lui anche Antonio Gramsci e Carlo Emilio Gadda. Valeria Paniccia parla con dovizia di dettagli anche del cimitero di Staglieno vicino a Genova, non tanto per i suoi “inquilini illustri”, quanto per la fortuna che ha avuto nella storia letteraria. Di questo luogo dalle atmosfere uniche parlano scrittore come Mark Twain, Evelyn Waugh e Guy de Maupassant. Però quel luogo ci è caro anche perché raccoglie le spoglie di Giuseppe Mazzini. Quando si parla di cimiteri monumentali, ovviamente, non si può fare a meno di citare il Père Lachaise di Parigi, ultima casa di personaggi del calibro di Balzac, Delacroix, e Frederic Chopin. Il viaggio, che transita anche per Torino, Milano e Bologna, si chiude all’Hollywood Forever di Los Angeles. A fare da cicerone qui è il regista Gabriele Muccino, che assicura: passeggiare qui è come ripercorrere a piedi e con calma la storia del cinema.

Per chi avesse voglia e tempo, segnaliamo anche il libro di Cimiteri. Storie di rimpianti e di follie di Giuseppe Marcenaro (Bruno Mondadori), uscito nel 2008 ma ancora reperibile in libreria. Altra utile e appassionante lettura, questa, con incursioni al londinese Highgate e al Saint-Charles di Sète che ospita le spoglie di Paul Valery. E in questo caso la quarta di copertina esprime fin da subito il senso di questo lavoro spiegando con beffarda ironia: il cimitero è un affare che riguarda sempre e soltanto chi non vi è ancora andato a finire.

Tag: , , , , , , , , , ,