La Fazi ha mandato in libreria una nuova edizione di un classico della letteratura spagnola del Novecento. Stiamo parlando di Nebbia, uno dei più felici e fortunati romanzi di Miguel de Unanumo. Scrittore, saggista, accademico e uomo politico, Unanumo appartiene a quella generazione di intellettuali spagnoli che ha creduto fortemente in una rinascita culturale e ideologica del Paese che partisse sì dal rispetto delle radici ma che si inserisse con vivacità del dibattito filosofico assolutamente moderno dei primi lustri del Novecento. Nato a Salamanca nel 1864, l’autore di Nebbia incontrerà una certa fortuna internazionale proprio come raffinato esegeta di Cervantes e come robusto pensatore, visto che la gran parte dei suoi romanzi e racconti ha uno spessore affatto filosofico. Ne è un esempio proprio Nebbia. Scritto nel 1907 (ma pubblicato soltanto sette anni dopo) con uno stile leggero e frivolo (alla Wodehouse per intenderci), ma profondo il giusto per tirare in superficie temi esistenziali e problematiche metaletterarie. In fin dei conti il primo grande romanzo moderno è Vita e opinioni di Tristram Shandy gentiluomo e sembra che le vette raggiunte da Sterne non siano ancora state violate da altri. Unanumo ci si avvicina comunque parecchio costruendo un racconto dove la finzione e la realtà si mescolano continuamente. Dove i personaggi parlando con l’autore e con il narratore, contrattano non solo la loro vita, ma anche il loro libero arbitrio. E la cosa più singolare e più accattivante del romanzo è che questi nasce proprio come esperimento. Dove il protagonista Augusto Perez non è altro che una cavia, messo lì per lo spirito di conoscenza del suo padre-padrone che tutto vuole sapere su ogni sua possibile reazioni agli stimoli dell’amore e dell’innamoramento.

Perez ricorda il Bertie Wooster di Wodehouse. Come questi, anche il personaggio di Unanumo si crogiola nell’ozio e si affanna in preoccupazioni alquanto futili. E il suo sentimento d’amore, nasce più come un programma e un manifesto che come una pulsione interiore e spontanea. La bella e giovane pianista di cui si innamora, però, non gli farà soltanto girare la testa, ma rivoluzionerà il suo mondo. Fino al punto che Perez dovrà correre dal suo autore per chiederne conto e ottenere giustizia.

Nebbia, tra l’altro è servito da modello a tanta letteratura moderna. A cominciare dai nostri Svevo e Pirandello, per arrivare a Borges. In fin dei conti il battibecco finale tra Perez e il suo autore (sceso nel racconto per parlare con la sua creatura) rimanda facilmente ai Sei personaggi pirandelliani.

Inoltre il romanzo inaugura proprio una corrente letteraria chiamata nivola (una felice commistione tra la parola nuvola e la parola novella) dove si intende abbandonare il realismo più soffocante per consegnare ai personaggi la massima libertà possibile, financo quella di ribaltare previsioni e idee del loro stesso autore.

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