La Storia? Una sequenza di momenti “fatali”

Su un recente volume della Treccani dedicato ai neologismi ho trovato questa definizione di storytelling: “Affabulazione, arte di scrivere o raccontare storie catturando l’attenzione e l’interesse del pubblico”. Sono andato a vedere questa voce  spinto dalla lettura di un piccolo capolavoro che mi è capitato, casualmente, tra le mani. Si tratta di Momenti fatali di Stefen Zweig (nella meravigliosa traduzione di Donata Berra per Adelphi). Il libro infatti racconta tredici episodi o personaggi “storici” e lo fa partendo esclusivamente dai fatti. Però ne fa dei suggestivi racconti che tengono il lettore incollato alla pagina. Zweig è celebre per la sua […]

  

Le parole “notturne” che illuminano la nostra libertà

“Le parole furono notte nella notte e noi fummo ombre”. Siamo a pagina 186 di Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini (edizione Einaudi). Parole che mi riconciliano con il libro che ho appena terminato di leggere. Una scelta casuale la mia (pescando a caso tra i classici del Novecento) che, all’inizio, dopo le prime pagine, mi aveva fatto pensare a una pesca sfortunata.  Con gli occhi di un lettore di oggi, magari distratto da mille cose e dalla velocità dei tempi di giudizio, stavo già per bocciare il giovane Vittorini (il libro lo ha scritto alla fine degli anni Trenta […]

  

Un campo di segale per Roth e Salinger

Leggere sotto Natale Nemesi di Philip Roth è quasi un atto provocatorio. Ma ovviamente arrivo a questa considerazione soltanto dopo aver chiuso il libro (la mia edizione è quella dei Meridiani a cura di Paolo Simonetti, con la splendida traduzione di Norman Gobetti). Ero convinto di averlo già letto. Ma forse mi sbagliavo. L’idea di un racconto ambientato in una piccola cittadina del New Jersey nella famosa estate del ’44, quando l’epidemia di polio toglieva la guerra dai titoli di apertura dei giornali, non mi era nuova. Magari Roth ci è tornato più volte sopra, vai a sapere? Però eravamo […]

  

Virginia Woolf e quella luce terapeutica

È una delle domande che sento più spesso quando si parla di romanzi e di letteratura: “Mi consigli un bel libro?” Domanda diretta e purtuttavia alquanto vaga. Capace soltanto di disorientare l’interlocutore. Magari il destinatario del consiglio offre qualche elemento in più (un giallo, una storia d’amore, un romanzo storico). Fino al momento della fatidica aggiunta: “un libro che mi aiuti” (si presume a superare un momento di crisi o semplicemente a passare nel miglior modo possibile il tempo). Il consiglio, quindi, dovrebbe essere una sorta di ricetta medica (dieci pagine della Austen dopo i pasti aiutano la digestione; Dostoevskj […]

  

L’incoscienza di Zeno, gaffeur impenitente

Casualmente (ma solo casualmente) sono tempestivo. Mi trovo qui tra i primi (forse il primo) a scrivere di un centenario importante: la prima pubblicazione de La coscienza di Zeno. Mancavo di volontà e determinazione, proprio come il personaggio uscito dalla penna di Italo Svevo. La lettura estiva è stata prodotta esclusivamente dal caso e andando a rivedere le date mi sono accorto che questo romanzo, sicuramente tra i più importanti del Novecento italiano, è uscito nei primi mesi del 1923. Insomma ci siamo: possiamo iniziare i festeggiamenti e le celebrazioni. Io faccio la mia modestissima parte con queste poche righe, […]

  

L’idiota di genio e il suo inno alla pace

“Il patriottismo, la fedeltà al dovere e l’abnegazione sono le vere armi in una guerra”. Con queste parole si chiude il grande romanzo Il buon soldato Scvejk dello scrittore boemo Jaroslav Hasek (da me letto nell’edizione dell’Universale economica di Feltrinelli con la traduzione di Bruno Meriggi). Si chiude con queste parole non soltanto il romanzo (a suo modo picaresco, a suo modo on the road, sicuramente pacifista) ma anche la vita del suo autore (1883-1923). Infatti è rimasto incompiuto anche se il lettore non ne coglie l’incompiutezza visto che una trama vera e propria non c’è. Al centro del lungo […]

  

Pereira, un eroe giovanissimo

Da qualche parte in questi giorni ho sentito citare Antonio Tabucchi. Anzi, per la verità, era un articolo (chissà su quale giornale o rivista) in un cui l’autore citava Pereira, il giornalista timido e pavido protagonista dell’omonimo romanzo che ha fatto conoscere e apprezzare anche dal grande pubblico nel 1994, dopo la vittoria del Premio Viareggio e del Premio Campiello, il suo autore. Nell’articolo – che colpevolmente ho letto troppo distrattamente – si diceva che sono tempi, i nostri, in cui è utile ricordare la figura di Pereira e il suo alto insegnamento morale.  La frase “sono tempi, i nostri […]

  

La Grapa del Moro è una “montagna incantata”

E’ il sogno di ogni scrittore avere tra le mani un “personaggio leggendario” che – incredibile a dirsi – “è esistito davvero”. Però devi essere uno scrittore davvero bravo per maneggiare una “fortuna” simile senza sprecare il suo potenziale. Paolo Malaguti (classe 1978) lo è. Ne è prova il suo ultimo romanzo Il Moro della cima (Einaudi). Un romanzo che parla appunto di un personaggio avvolto da una gloriosa leggenda ma che è anche personaggio storico realmente esistito. Tale la sua fama e la sua leggenda che l’editore decide di aggiungere una foto del signor Agostino Faccin al fondo del […]

  

Bagnarsi nel “fiume” arbasiniano dell’opera aperta

Come è vero che non ci si bagna mai nello stesso fiume, altrettanto vero è che non si rilegge mai lo stesso libro.  Soprattutto se è un buon libro, aggiungerei.  Soprattutto se è un classico. I classici, infatti, hanno sempre qualcosa da insegnare. Lo si è detto mille volte: sono quei libri che parlano a tutti e che superano la prova del tempo. Però la frase “non si rilegge mai lo stesso libro” ha un significato anche più semplice. L’americano Stanley Fish nel 1980 pubblico il saggio C’è un testo in questa classe? L’interpretazione nella critica letteraria e nell’insegnamento (pubblicato […]

  

Ma come parlava Bertrand Russell?

Non si vive di soli classici. I grandi libri restano il faro più luminoso nella tempesta della vita. Si ha bisogno, però, anche di altro. Per esempio dei memoirs. Soprattutto di quelli scritti da premi Nobel che non hanno peli sulla lingua quando si trovano a riempire le pagine dei propri diari. Non si può, infatti, non sapere che in tutti gli scritti (anche quelli occasionali) gli autori e i “nomi noti” si trattengono e si autocensurano almeno un po’.  Perché “non si sa mai”. La verità è nel verso poetico, nella prosa lirica e sicuramente nel tuffo dell’abisso dal […]

  

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