Quando i boia dell’ISIS hanno decapitato due giapponesi, cittadini di un Paese lontano che non aveva preso alcuna iniziativa contro di loro, ho cominciato a chiedermi che senso avesse per loro farsi un ennesimo nemico senza ricavarne alcun apparente vantaggio. Quando hanno bruciato vivo il pilota giordano, cioè un musulmano sunnita come loro la cui unica colpa era di avere obbedito a degli ordini e doveva essere considerato un prigioniero di guerra, mi sono chiesto se si rendevano conto che, con quell’azione barbarica avrebbero scatenato contro di loro anche buona parte di quel mondo arabo che, fino a quel momento, aveva mantenuto nei […]