La Lega Nord deve continuare a crescere da sola
Lo strabiliante successo del Front National in Francia, dopo la comparsata di Marine Le Pen in Italia e l’interessante dibattito serale con Massimo D’Alema, ha fatto interessare molti elettori e politici nostrani ai destini della destra italiana, al suo futuro e ai possibili scenari che nella nostra penisola avrebbe un partito come quello francese. La Lega Nord, alleata al Front in Europa e vicina ai Le Pen, pare essere il partito più simile nonché la forza potenzialmente più adatta a replicare nel Bel Paese le scelte e le posizioni del partito francese.
La differenza tra i due partiti è tuttavia piuttosto forte. Una logica e una tradizione di destra postfascista e nazionalista anima e ha sempre animato il Front, che con Marine ha abilmente adeguato e approfondito il suo carattere sociale e popolare. La Lega un carattere sociale e popolare l’ha sempre avuto, tuttavia manca nel suo background una impostazione di tipo nazionalista, che solo ora con la gestione Salvini sta sviluppandosi. Ecco che allora un partito come Fratelli d’Italia pare offrire una valida spalla d’appoggio alla Lega, specialmente nel sud ove il Carroccio non incontra ancora il forte consenso che trova nel nord. Pure l’avvicinamento a Casapound pare andare in questa direzione, con un tentativo di radicamento territoriale su scala nazionale. A arricchire (o complicare) la situazione vi è pure l’anima più liberale del partito di Via Bellerio, ben disposta verso il centrodestra e pure verso Forza Italia, una fronda che, pure se non contrapposta alla gestione Salvini, esce da una stagione di alleanze con il centrodestra classico, alleanze messe in campo anche su scala locale e a livello governativo, con numerose giunte di centrodestra che sorreggono l’impalcatura amministrativa del panorama settentrionale, pure con ottimi risultati. Che fare quindi?
La soluzione migliore è quella di una indipendenza intelligente, ovvero scegliere di continuare un percorso elettorale autonomo, senza alleanze con partiti di destra o centrodestra italiani reduci da fallimenti conclamati ed errori strutturali. Tornare oggi ad allearsi con un centrodestra berlusconiano, fittiano o alfaniano che sia vorrebbe dire aver capito poco degli errori commessi in passato, e significherebbe castrare una crescita che vede uno dei suoi principali motivi nell’indipendenza e nella carica di alterità e cambiamento che la Lega pare oggi offrire. Su scala locale il discorso è diverso, e le convergenze possono essere mantenute, specie in quelle regioni in cui, lontani dai giochi di potere romani, le giunte hanno dimostrato di saper lavorare in maniera ottimale, come in Veneto, ma a livello nazionale il discorso è diverso, e deve vedere una Lega che, seppur aperta al dialogo, sappia mantenere forte specificità politica e indipendenza ideologica. Per usare lo chef Barbieri, in ultima istanza, è meglio evitare il solito mappazzone politico a tutto vantaggio di partiti in calo elettorale, e a danno della Lega. Pure la convergenza con FdI deve avere dei paletti, specialmente programmatici. Purtroppo per Giorgia Meloni, a ben vedere e dati alla mano Fratelli d’Italia non pare in grado di fornire quell’aiuto decisivo che ci si potrebbe aspettare nelle regioni del Sud (basta vedere i dati delle ultime elezioni in Calabria, regione da sempre affine a partiti come l’ex Alleanza Nazionale), e una qualsiasi lista di matrice prettamente salviniana potrebbe benissimo prendere molti più voti di quelli raccolti da Meloni e colleghi di partito.
Paradossalmente, ma non troppo, la Lega può innestarsi nel solco del Front National mantenendo la sua autonomia, piuttosto di costruire una copia cartacea dello stesso con l’adesione programmata a partiti di impianto centralista, nazionalista e al profumo di riciclo politico quattrostagionato. Abbiamo visto pure a sinistra l’infelice destino che i partiti ricopiati, raffazzonati e innestati in Italia in genere subiscono, Lista Tsipras su tutti. Convergenze ce ne possono essere, così come alleanze nel locale e programmi comuni, ma non matrimoni a tutti i costi per costruire qualcosa di dannoso per il Carroccio. La Lega ora ha il coltello dalla parte del manico. Cercare alleanze forzate e vecchie impalcature significherebbe porre in altre mani un’arma che la Lega non aveva in mano da un bel po’, quella del successo.
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Sottoscrivo in toto !!!
BdV
io non credo che nessuno cresca da solo! la lega ha certamente bisogno di qualche sostegno. perfino la sinistra è cresciuta cercando alleati! se vedete gli animali, quanti di questi che vengono cresciuti da soli, sopravvivono? è la dura legge della natura umana ed animale.
ma le bestie peggiori sono proprio quelli che si avventano sui piu deboli, ed in questo caso è la sinistra, che è diventata cosi prepotente da diventare il problema principale dell’italia!
Ne so poco di politica, ma mi pare di aver capito una cosa,e cioè che buona parte -non dico la maggioranza, ma quasi- dell’elettorato della Lega ha a cuore il TEMA FAMIGLIA (così come da sempre Dio l’ha pensata e continua a pensarla)….
Si faccia attenzione, quindi, a non “tradire la famiglia”;
ne conseguirebbe un drastico calo di voti.
La Lega Nord è solo e solamente la Lega Nord. Lo dico da iscritto e da uno che è passato dall’ essere sostenitore di Silvio Berlusconi dopo venti anni a essere fan di Matteo Salvini. Quello che il Segretario Federale sta facendo e di trasformare i delusi del vecchio centrodestra in potenziali elettori di un movimento che nel suo dna ha sempre il federalismo e comunque la libertà di impresa. Siccome sa che il trend “Lega Nord” al sud non tira ha inventato il marchio “Noi con Salvini”. E’ sicuramente una scommessa. Se la perde perde a livello del meridione ma i consensi al nord saranno moltiplicati. Se la vince ci sarà un’ alternativa sicura al “Nostro” di Firenze.
Secondo me la Lega dovrebbe allearsi solo con Fratelli d’Italia poichè simili.Fratelli d’Italia e Lega difendono la nostra identità nazionale.L’identità di un popolo racchiude la cultura,la storia,i valori di una Nazione,fanno parte di un patrimonio comune,da difendere con tenacia.L’identità è un principio della Filosofia,il primo dei principi fondamentali della logica, espresso con la formula “A è A”;è distruttivo annullare la propria individualità e personalità.
A mio modo di vedere, la Lega è meglio che prima di riunirsi con qualche altro partito raggiunga una percentuale di sostenitori almeno prossima al 15%. Solo dopo, potrebbe cercare un accordo con FI e FdI. Con questi tre partiti, si potrebbe arrivare ad una quota del 33% e a questi, potrebbero poi unirsi anche il Ncd. Questa però è solo una ipotesi che non si avverrerà mai. Tutti questi partiti sono troppo divisi tra loro. Ognuno, pensa di essere meglio dell’altro e pensano solo ai propri interessi e hanno dimen-ticato che solo con l’unione si fa la forza.
Consigli ottimi e praticabili per la Lega. Forse bisognerebbe cambiare questo nome.A me già sta bene Salvini,il partito interpretato da Salvini,a cui va( uscendo dal berlusconismo) il voto mio e quello della mia famiglia.Non è questione Personale,ma anche: le idee corrono sulle spalle delle persone.Salvini deve solo aspettare la cottura lenta del destrume inconcludente, a cui seguirà,per fattori endogeni,la bollitura del Sinistrume,arrogante e presuntuoso sempre. Inutile dire che a cuocere Renzi provvederà ” Unsere gnädige Berliner Köchin “,Frau Merkel !
Trovare la soluzione ad una sconfitta annunciata è difficile.Apprezzo Salvini per la posizione sull’euro,quella sull’Europa,sull’immigrazione,la sicurezza,il federalismo se c’è ancora,meno sulla iniziativa al di fuori delle regioni di appartenenza.Non mi piacciono neppure le soluzioni proposte da lei.No,la lega rimanga al nord e cerchi lì di diventare il partito più forte.Il centro lo lasci al partito della Meloni,il sud a quello di Fitto ma con l’intento comune di governare assieme.Se l’obiettivo è vincere,considerando che il pasticcio elettorale che si sta cucinando parla di premio alla lista,ci si deve in qualche modo alleare fra affini,per tentare di farlo.Altrimenti ci si rassegna a essere ikl contorno per le pietanze cucinate dal cuoco di Firenze.