Iuventa: Gip, i 3 episodi "sospetti" Ong-trafficanti

In questi giorni anche i ritardatari più accaniti se ne sono accorti: sulla ruota dell’immigrazione senza freni stanno uscendo numeri da circo capaci di far impallidire chiunque, tra ONG che si rifiutano di sottoscrivere patti di controllo e personaggi dell’establishment radical chic che ancora si ostinano a nascondere il problema. Ecco che allora, analizzando in maniera sistemica il fenomeno, diventa necessario spiegare perché questa sinistra dell’accoglienza senza limiti va superata evitando di perdere altro tempo.

1) Perché non aiuta gli immigrati.

L’ideologia immigrazionista, che quasi si compiace dell’arrivo di migliaia e migliaia di immigrati da svariate zone del mondo anche senza che questi siano veri e propri rifugiati rappresenta un danno sia per le persone che devono lasciare la propria terra sia per le loro nazioni. La soluzione non è importare migliaia di persone al giorno, ma permettere loro di vivere in pace nei territori d’origine, possibilmente senza promuovere operazioni belliche volte a destabilizzarli sotto il manto di qualche primavera araba. Del resto lo sapevano bene Sankara, Machel, Che Guevara e tanti altri socialisti: l’emigrazione non è la soluzione per l’Africa, ma anzi ne rappresenta un’ulteriore fonte di impoverimento in termini di forza lavoro, di stabilità, di crescita, a tutto vantaggio di rapaci politiche di appropriazione delle risorse da parte di terzi, evitabili con una cooperazione e una stabilizzazione fatta di concerto coi paesi di partenza. Meno interessati piagnistei sull’accoglienza, più sviluppo in loco, più valore ai confini, alle appartenenze, alle identità, alle emancipazioni dei popoli a casa loro e allo sviluppo comune, conscio delle diversità e del necessario rispetto delle stesse. Accogliere tutti con la scusa dello “scappano dalla guerra” è una soluzione simile più che altro a quella offribile da un bambino di tre anni, non a quella di una efficace azione politica.

2) Perché non aiuta gli italiani.

No, non c’è nessun “arricchimento” con l’immigrazione, se non quello derivato dalla filiera dell’accoglienza. Immigrazione che è sì un fenomeno fisiologico, ma solo se basata su ritmi accettabili e capaci di permettere una vera integrazione, nel rispetto degli abitanti dei luoghi d’arrivo e nel rispetto, soprattutto, dell’equilibrio sociale ed economico della nazione ospitante. Qui invece essa va spesso ad aggiungersi alla mancanza di controlli sia in termini di sicurezza nelle città sia sul lavoro, con una particolare attenzione a fenomeni quali la concorrenza al ribasso che una immigrazione senza sosta causa. Del resto, le parole dell’INPS sulla forbice salariale a svantaggio dei migranti risalgono a poco tempo fa. Il problema è che abbiamo una sinistra presuntamente umanitaria che al posto di valutare ciò come un dramma ne fa un paradossale pregio, nella certificazione del suo essere divenuta piena rappresentante del globalismo più rapace.

3) Perché ha perso il contatto con il volere popolare.

Una sinistra degna di questo nome, capace di rendersi conto che la stragrande maggioranza del popolo e dei lavoratori italiani sono contrari ad un flusso senza fine di persone in arrivo, dovrebbe ricercare le cause di questo problema e combatterle a dovere con le soluzioni che qui e da diverso tempo offriamo. Sembra invece di avere a che fare con un reticolato ideologico di agorafobia intellettuale, in cui pure il parere di tanto elettorato di sinistra e di tante persone che tengono in piedi questo paese con il loro lavoro diventa sostanzialmente carta straccia, populismo, rigurgito fascista. No miei cari: è semplice buonsenso, il buonsenso di chi il dramma dell’immigrazione e della dis-integrazione lo vive sulla propria pelle, lo vive sul lavoro, lo vive nei propri quartieri, nella propria città in un clima di insicurezza e vergognoso disinteresse.

4) Perché ha stancato tutti.

La sinistra delle ONG ha stancato tutti coi suoi modi di fare, con i suoi professorini, i suoi altarini di melenso buonismo spacciato per progressismo o socialismo, ha stancato questo continuo ignorare i problemi, questo vivere in universi paralleli, questo usare la scusa dell’accoglienza e dell’aiuto umanitario per nascondere le peggio nefandezze e i peggiori interessi, ha stancato questo circolo ristretto di intellettuali, pensatori, signorotti che di popolare non hanno niente e che affollano salotti, trasmissioni, altarini e vengono ad insegnarci la vita, ad imporci credenze politiche criticate da tutti, pure dal resto dei paesi europei. Ha rotto le scatole questa classe di finti presentabili che tra il non averci capito nulla dei rapporti internazionali, l’essere snobbati da tutti i partners e il non riuscire a cavare un ragno dal buco dalle questioni sociali, economiche e politiche sono ancora qui a dare lezioncine ad un popolo ritenuto sempre retrogrado o becero. Il popolo italiano è migliore di loro e del pastone pseudo-culturale prodotto da decenni in questi lidi. C’è veramente da augurarsi che questa sinistra, la loro sinistra, quella dell’immigrazione senza sosta, delle primavere arabe, del multiculturalismo imposto, dei diritti accessori e del politicamente corretto sia solo una triste parentesi prima di tornare a disporre, finalmente, di qualcuno capace di tornare ai temi del lavoro, dell’emancipazione dei popoli, dei confini, del rispetto delle identità.

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