“Corri Vardy, corri! Esortai i ragazzi a correre più velocemente possibile. Dissi loro che avevo estrema fiducia in     quello che avrebbero potuto fare. Non useremo nuove strategie – aggiunsi. Vorrei solo che ritroviate il fuoco che  avete nel cuore e che non abbiate paura a mostrarlo. Per il resto …. Ce la prendiamo con calma. “

Si esprime così per i media inglesi Claudio Ranieri, allenatore di Leicester, la squadra che ha superato ogni aspettativa rompendo i tabù degli investimenti miliardari in un club calcistico riuscendo a primeggiare nella Premier League con solo un quarto delle spese del Manchester United.

Questa volta, quindi, non è stato il denaro a fare la differenza. Di quale incantesimo si tratta, allora?

Dello spirito.

Dello spirito del leader.

La parola di un leader, la sua credibilità e l’incrollabile fiducia in lui di coloro che lo seguono. La gratitudine verso la corsa di migliaia di persone che vogliono essere ispirati dalla lucidità e dalla serenità di colui che è stato eletto per guidare, nonostante l’apparente  debolezza o l’incapacità percepita o dettata dalle circostanze.

Il caso di Ranieri non dovrebbe essere assunto soltanto come simbolo di un uomo dello sport e del comportamento singolare di un’intera città infatuata di lui e dei suoi calciatori. Ranieri è uno dei personaggi di questo meraviglioso tragitto, in grado di regalare segnali di speranza in una situazione in cui questi sembravano diradarsi, come i raggi del sole invernale di un paese nordico.

Si è preso la squadra dall’ultimo posto trainandola – nessuno sa ancora bene con la forza di quale locomotore – in cima alla classifica. È riuscito a mantenere accesa la fiamma della passione con la saggezza di un leader che rispetta sino alla fine il battito di ogni cuore che guarda a lui, sul campo verde come nei gradini della curva più lontana negli stadi e fuori di essi. È riuscito ad intrecciare sapientemente queste qualità con l’intrepido desiderio dei ragazzi di Leicester per una stagione magica, generando un risultato più umano che calcistico, che gli amanti dello sport e non solo continuano a chiamare The Fairytale*.

 

 

*La Favola

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