Fissavo l’impasto della pizza che lievitava con la velocità del movimento dell’aria, mentre ondeggiava intorno alle dita del ragazzo con lo sguardo perso in chissà quale pensiero. La pizza volava in su, scendeva giù… si allargava….si allargava…. per un momento scomparve dietro la schiena, dove l’attese l’altra mano che la aiutò a risalire di nuovo, e ad estendersi ulteriormente. Un po’ di farina finiva sul suo volto, ma il bianco gli donava. Questo siamo noi…. Cadiamo, risaliamo, spicchiamo i volo, ruotiamo; a volte diveniamo più sensibili, a volte più rigidi e altre ancora intorno a noi si apre un vuoto […]