Il cellulare? Agisce come una droga

Chi studia il cervello, sa (ed è un sapere scientifico quindi di causa-effetto) che la prevenzione per la salute mentale dei ragazzi oggi non può che passare dalla cruna della regolamentazione dell’uso del cellulare. «Quello che ancora non si ha abbastanza chiaro, è che non si tratta di una questione di “comportamenti“ ma di neurocircuiti che si sballano», avvisa Luigi Gallimberti, medico, psichiatra, tossicologo ma soprattutto pioniere nel trattamento delle dipendenze attraverso la Stimolazione Magnetica Transcranica tramite (Tms), con una lunga lista di pazienti (oltre duemila) parecchi anche eccellenti. Come Lapo Elkann che lo ha dichiarato pubblicamente. Gallimberti ha scritto […]

  

Se l’arbitro è donna

Sabato pomeriggio. Partita di un campionato di  Juniores regionale in Lombardia. Giovanili. Sul campo si sfidano due squadre di 17/18enni e pure qualche 19enne. Giovanotti con l’ormone a mille (almeno) tanto quanto l’adrenalina che sta per schizzare sul campo di gioco. In panchina un’altra decina di ragazzi  carichi di attesa, con i motori in quinta ma col freno a mano tirato e 6/7 uomini,  tra allenatori e dirigenti di squadra pronti a sgolarsi per incitare, spronare, sbuffare, sgridare, sbraitare con linguaggio più o meno colorito. Sugli spalti, per concludere il quadretto, i supporter, giovani, meno giovani, amici, mamme, zii, nonni, […]

  

Giovani ribelli? Magari!

C’era una volta l’adolescente. Che oggi non c’è più. Cioè «adolescens» ancora, «nutrendo» (dal latino) la propria personalità per diventare «adulto» cioè «nutrito» e quindi cresciuto. Ma non più allo stesso modo. I ragazzi di oggi possono assomigliare a quelli di ieri per le cose che fanno, quelle che non fanno, o non vogliono fare. Ma dietro c’è tutta un’altra storia. A raccontarcela Matteo Lancini, psicologo, presidente della Fondazione Minotauro a Milano, osservatorio privilegiato del disagio giovanile e anche docente all’Università Bicocca (Psicologia) e Cattolica (Scienza della Formazione) di Milano. Ha scritto un libro, «L’età tradita» (Raffaello Cortina editore). Sottotitolo […]

  

Educare al fallimento

Matteo Lancini, è docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università Bicocca e presidente della Fondazione Minotauro. Da anni si occupa di adolescenti, di quel disagio che si manifesta con i disturbi alimentari per le ragazze, con il ritiro sociale per i maschi e arriva a gesti estremi, suicidi a volte addirittura mascherati da incidenti stradali. E troppo spesso lì, in mezzo sempre quella parola: «fallimento». Che senso ha la parola «fallimento» per ragazzi appena affacciati alla vita? «Il fallimento? È tutto. Oggi la crescita delle nuove generazioni non ha più a che fare con i vecchi modelli educativi del […]

  

Litigare fa bene. Se sai come farlo

Litigare fa bene. Basta saperlo fare. Il problema è che se non si è imparato a litigare bene da bambini, sarà difficile farlo da adulti. E il problema-dei-problemi è che da piccoli non ti fanno litigare. Chi è stato? Chi ha cominciato? Sei sempre il solito… Le ragioni dei bambini si scontrano con la ricerca del colpevole tipica dell’adulto e quello che potrebbe risolversi in un minuto (il dato è neuroscientifico) diventa un pericoloso precedente. Le scuole dove si impara a litigare bene L’inversione di rotta deve partire presto e qualcuno ci prova. Succede a Palermo dove, in una scuola […]

  

Il futuro (in foto) nel telefono

Quando li trovo piegati sul cellulare, come Schroeder sul pianoforte (che comunque non è il telefono e quindi è tutta un’altra cosa…), è più forte di me: m’inalbero, per dirla bene. Adesso più di prima, perché adesso li vedo più di prima, e riusciamo incredibilmente ad attraversare  in un nanosecondo tutti gli stati d’animo dell’essere umano, confermando l’intero elenco di sfumature emozionali ritracciate dal team dell’University of California-Berkeley che ne ha classificate ben 27. Ammirazione, disgusto, noia, imbarazzo, orrore, paura, tristezza, simpatia, dolore empatico e via elencando,  fino alla 27esima: rabbia. E aggiungerei anche esplosiva difronte a Schroeder sul cellulare. […]

  

“Giallo” a cognomi alternati

Quando ieri sono girate ancora una volta le  fotografie con gli “assembramenti”  (nel dopo Covid spero ci sia qualcuno che faccia una battaglia per eliminare questa parola dal vocabolario…) e le relative bacchettate di chi bollava la massa nel fermo immagine come branco di imbecilli, devo confessare che mi sono sentita a disagio. Più guardavo le immagini e più guardavo i commenti a quelle immagini e più non riuscivo a mettermi né dalla parte degli “assembrati” (si potrà dire?) né dalla parte di chi s’indignava sui social, in strada, al telefono, da solo o in cuor suo: vergogna, sarà colpa […]

  

Piccoli social crescono

La piccola Antonella, Tik Tok, i bambini, i ragazzi, i  social. E noi, gli adulti, il garante, gli psicologi, i genitori spesso stimati professionisti eppure “analfabeti” di questo nuovo linguaggio. Si sono dette e sentite molte cose. Poi alla fine uno va a letto la sera e si chiede  “ma io? posso fare qualcosa, io? Questa è la storia di Emma. Il nome è di fantasia, per il resto è tutto vero. Dalla prima all’ultima riga. Emma ha 14 anni, è di Milano, frequenta una scuola centralissima.  La sua mamma è una professionista e con la comunicazione ci lavora, per […]

  

Maturità, gioco di società o d’azzardo?

Cronaca semiseria di un orale «Venga vanti il prossimo candidato! O concorrente che dir si voglia…» Silenzio. È il silenzio delle grandi occasioni. Nell’aula si suda, tra caldo e suspense e ormoni. Il candidato avanza. Ha i pantaloni lunghi e la camicia, come da indicazioni della regia. Stringe Seneca e Leopardi. Forse li ripassa o ci si aggrappa. Sicuramente prega. Cuciti addosso ha gli sguardi degli altri concorrenti in gara. Si sono preparati per mesi. Che dico… per anni per questo. Cioè veramente no, non è proprio così. Le regole di come si sarebbe svolto questo quiz ops! scusate colloquio, […]

  

Giornata mondiale della sicurezza in rete. (Quasi) un ragazzo su due ha paura del web. E gli adulti che fanno?

Sorpresa: ora i primi a essere preoccupati non sono i genitori. Sono proprio loro. I ragazzi. Anzi, peggio, pure i bambini tra gli 8 e gli 11 anni lasciati da soli a navigare nel mare magnum della rete. Si guardano intorno e vedono minacciata la propria privacy. Conoscono almeno un coetaneo che è stato vittima di cyberbullismo e almeno un loro amico guarda video con contenuti pornografici. Sanno di camminare in un mondo virtuale dove tutto può succedere senza avere alcuna garanzia di controlli da parte di nessuno. E ora ammettono di averne paura. I dati Per il 40% dei […]

  

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