È l’alba, mi addentro in auto tra le piccole strade di campagna della rossa Emilia. Da Bibbiano bisogna raggiungere Bologna. I ritmi della campagna elettorale sono serratissimi. Il tempo sta per scadere e i candidati sono a caccia dell’ultimo voto. Sull’asfalto solcato dai trattori i segni del ghiaccio. L’auto avverte del pericolo. Il ripetuto tintinnio elettronico quasi mi ipnotizza. Alla radio parlano delle due piazze della città degli “orrori”. Le piazze contese di Bibbiano. Si sente la voce irritante di Mattia Santori: “Grazie Bibbiano, siamo in 5 mila. Contro odio e violenza.” Quella voce piena di “spocchia” la riconoscerei tra mille. L’ego smisurato del ragazzo dai capelli ricci parte dallo stomaco, attraversa l’esofago e si sprigiona dalla bocca. A chi si riferisce quando parla di “piazze dell’odio”? Alle mamme commosse e trafitte dal dolore che chiedono di riavere indietro i propri figli? Glielo chiederei pure se la risposta non fosse scontata. Confusa e fuori luogo. Meglio risparmiare il fiato. 6A17DD9D-67C9-4D3B-86AD-E4CD54B27D41

Mentre il vapore corposo delle stalle rende il paesaggio magico, rifletto. Dentro di me dico: “mica è vero. Le sardine non erano in cinquemila!” Si sa, alla giovane sardina bisogna dare retta. Credibilità. Solo perché è di sinistra. I soliti neutri ed imparziali “giornaloni” impazziscono per cercare le foto dall’alto delle due pizze: quella di Salvini con le mamme e i papà di Bibbiano e quella delle sardine. Bisogna metterle a paragone. Bisogna fare il confronto. Sostenere che il banco dei pesciolini azzurri era più numeroso rispetto a quello degli “sporchi, cattivi e brutti leghisti” emiliani. Il mio telefono vibra. È un messaggio. Il primo della giornata. Do un colpo d’occhio. A scrivere è una collega che ho sempre considerato una “comunista”. “Hai le immagini  dall’alto della piazza di Salvini?” Scrive. Non può farne a meno. La risposta è no. Le piazze erano entrambe affollate.

Chi è seduto accanto a me per indicarmi la strada, tra uno sbadiglio e l’altro, mi fa notare il nome di ogni singola via in cui ci imbattiamo. “Guarda, via Che Guevara. Qui c’è via Stalin, lì via Sandro Pertini. Poteva mancare via Nelson Mandela?” “No!” Le dico. E le chiedo: “Ma secondo te chi vincerà queste elezioni?” “Bonaccini di poco…” risponde. Del suo fiuto mi fido. Se così fosse sarebbe comunque un risultato straordinario. Ottenere il consenso di chi vive in via Che Guevara e in via Stalin è già una vittoria. Lucia Borgonzoni riuscirà a conquistare la Terra rossa? L’impresa è ardua, ma potrebbe riuscirci. Ma non per merito suo. Senza dubbio questa è stata la campa elettorale di Matteo Salvini. Una battaglia partita dalla terra del Parmigiano per scardinare il Governo Conte. Il leader della Lega ha trasferito la residenza in Emilia – Romagna. Ha imparato a fare i tortellini, il ragù e a filare le tagliatelle. Riuscirà ad “occuparla”? Lo scopriremo domenica. 

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