E’ dai tempi, mica tanto lontani, della mia adolescenza che ho un pensiero fisso: tutelare i più deboli.  Certo, non sono Robin Hood, né Madre Teresa di Calcutta, men che meno Gandhi. Però, quanto mi brucia ancora il ricordo di quei tre, quattro deficienti che, sfruttando la mia educazione e la mia gentilezza, pensavano di potermi urlare in faccia la loro arroganza e la loro stupida violenza! Non è un “bruciore” di egocentrica rabbia, ma mi infastidisce ancora il pensiero che nel 2000 esistessero ancora i bravi di Don Rodrigo. E che fossero calabresi come me. Mie compagni di scuola. […]