Questi sono alcuni estratti testuali della requisitoria del pm Diego Marmo nel luglio 1985:

Enzo Tortora ha sempre accusato la giustizia napoletana di averlo coinvolto in questa vicenda, non capisco bene perché, non è un mistero per nessuno che io sono convinto della responsabilità di Tortora ma non perché ne fossi convinto nel momento in cui ho messo piede in quest’aula ma perché me ne sono convinto leggendo gli atti, valutando il comportamento processuale ed extra processuale dell’imputato che mi serve non al fine di criminalizzare Tizio, Caio, Sempronio o Mevio, assolutamente no, ma mi serve soltanto il comportamento dell’imputato al fine di valutare la personalità dell’imputato”.

“Lo sappiamo tutti purtroppo che se cade la posizione di Enzo Tortora si discredita tutta l’istruttoria, questo lo sa Tortora ma lo sanno anche coloro che mandano i vari compagni a immolarsi su questo altare per potere screditare questa accusa”.

“Di Monaco, interrogato dal giudice istruttore Spirito che cosa dice: “Lo Iaculli mi fece il nome del presentatore Enzo Tortora”. Cioè significa che non ci può essere errore, non ci può essere dubbio, Enzo Tortora è uno solo, è l’uomo di Portobello, è l’uomo di Cipria, è il presentatore della televisione. Però poi si dirà che Enzo Tortora è Enzo Berri, ma io napoletano non lo conosco, non l’ho mai visto, gli auguro di avere la stessa notorietà di Enzo Tortora ma sicuramente non ha la stessa notorietà di Enzo Tortora”.

“Se prima ci poteva essere equivoco, adesso l’equivoco non c’è più. “Ecco il nostro compare”, perché gli altri detenuti sapevano, non si può giustificare diversamente, non si può dire che c’è stato errore di persona. Vuol dire che dietro queste lettere c’è un regista, c’è Enzo Tortora che fa di tutto per salvarsi da questa imputazione, e lo capisco perché lo fanno tutti gli imputati, ma non ha il diritto assolutamente di dire io combatto per voi, no, lui combatte solo per se stesso”.

“Di Enzo Tortora deputato non mi interessa assolutamente niente, e ci tengo a precisare ma non per giustificarmi, perché le istituzioni sono dalla mia parte, perché il fatto che il capo del mio ufficio abbia ribadito la sua fiducia nei miei confronti è un fatto che mi onora profondamente, quando sarò chiamato nelle sedi istituzionali dirò le mie ragioni. Però quando io ho parlato del voto camorrista non intendevo criminalizzare le centinaia di migliaia di persone che hanno votato Tortora, nemmeno mia madre che probabilmente ha votato Enzo Tortora. Però insisto nel dire che il voto del carcere di Poggioreale significa voto camorrista. Io analizzavo solo quella parte del voto, per dire che è un camorrista che ha chiesto l’appoggio degli altri camorristi, il signor Enzo Tortora è un camorrista, io sto qua per scalzare la presunzione di innocenza, é il mio mesteriere quando me ne convinco, e ne sono convinto”.

“Questo Enzo Tortora è quello che ha detto sempre: “Io uscirò dal carcere solo se assolto perché sono innocente”, e se così avesse fatto io l’avrei rispettato veramente perché i signori d’onore io li rispetto, il signor Tortora invece ha pensato che il processo fosse uno spettacolo. Si è verificato che ha chiesto quello che tutto sommato chiedono tutti i detenuti, adombrato delle situazioni di salute per poter uscire dal carcere, con questo non voglio dire che un imputato deve morire in carcere, chi è malato deve essere curato, lo Stato deve attrezzarsi per curare i detenuti. Enzo Tortora ci dice che è malato, e che non può stare in carcere, non faccio della facile ironia, e sarebbe facile farlo sul carcere di Bergamo, la perizia conclude in un certo modo, il giudice disattende, il tribunale della sorveglianza concede. Però se andate a rileggere quelle cartelle cliniche, vedete che quell’imputato viene presentato come uno veramente malato. È quello stesso imputato che ha una vita frenetica, io che sono iperteso non riuscirei a fare un decimo di quello che fa questo signore. Allora sei malato o non sei malato, è vero o non è vero. Tortora non fa una vita tranquilla, in questo lo invidio, ben per lui, hai detto che uscirai dal carcere o libero o con i piedi davanti e invece fai di tutto per uscire dal carcere”.

“Sapete perché Tortora è in questo processo? Perché più si cercavano le prove della sua innocenza e più uscivano le prove della sua colpevolezza. Gli accusatori sono tanti e tutti hanno una estrazione diversa, il signor Tortora abbia la dignità di dire ho sbagliato e di chiedere clemenza”.

Cosa è successo da quel lontano 1985 a oggi?

– Ieri il pm Diego Marmo è stato nominato assessore per la Legalità a Pompei, ma avrà anche la delega alla Difesa del patrimonio archeologico e ambientale.

– Lui, insieme con gli altri giudici istruttori del processo Tortora, non ha subìto alcun procedimento disciplinare

– I delatori del conduttore tv non sono mai stati incriminati per calunnia

– La citazione di Tortora nei confronti delle toghe è stata archiviata dal Csm

– Il referendum a favore della responsabilità civile dei magistrati non ha avuto alcun seguito

– E naturalmente Tortora non era un camorrista

C’è da indignarsi o no?

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