Mi sputtano: sono una puttana. Del Movimento 5 Stelle. Sì, avete capito bene. Sono un pennivendolo pentastellato. Una razza in via di estinzione. Non per il mestiere: quello è il più antico del mondo. Ma per il mio cliente a cui devo il mio lavoro. In pratica, scrivo quello che Di Maio e Di Battista mi dicono di scrivere. Naturalmente sono vietate le critiche al Movimento. L’unica scelta considerabile è l’esaltazione delle vittorie grilline e dei loro provvedimenti al governo. Un compito non facile in una marea di critiche e di attacchi da parte dei miei colleghi. Anche rivolti alla mia persona. “Tu sei un servo del potere”; “Ciao, filogrillino”; “Ma ci vai pure a cena con Gigino e Dibba?”.

Ho sempre incassato senza tremare e senza darvi troppo peso. D’altronde, come portano a casa loro la pagnotta, devo portarla a casa pure io, no? Siamo semplicemente puttane con un padrone diverso. Ma io sono un po’ come i Panda. E ammetto che ultimamente i panni che vesto mi hanno provocato fastidio e prurito.

letteraPerché alla fine il mio sogno è sempre stato quello di fare il giornalista. Non è facile prendere dei “buchi” da altre testate. E ne ho presi tanti, fidatevi. Dalla fronda interna al M5s agli indagati, dai condoni della famiglia del “mio” vicepremier alle assunzioni “familistiche”, dalle gaffe alle sparate, dalle volgarità dette dai vertici pentastellati alle liste di proscrizione, dal processo alla Raggi (per fortuna assolta e ringrazio Dio per questo) alle promesse non mantenute e all’ipocrisia su Tap, Tav e altre grandi opere. Vedevo gli altri colleghi scrivere, portare notizie, far felici i loro direttori, mentre io dovevo tacere, negare, confutare, contrattaccare.

Le uniche notizie che vergavo erano relative all’esaltazione del reddito di cittadinanza e dell’abolizione della povertà. E non so neanche se gli effetti per l’Italia saranno positivi. Anzi, se fossi la puttana dall’altro lato della barricata, a guardare le previsioni di istituti di ricerca e associazioni e imprese del mondo del lavoro ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli. Ogni tanto come fonte privilegiata utilizzavo il Fatto quotidiano e non solo per leggere i reportage di Di Battista dal Centro dell’America.

Le altre notizie poi, dal condono fiscale alla Flat tax passando per la quota 100 e l’abolizione della Fornero fino alle assunzioni in polizia (solo per fare alcuni esempi), ho dovuto tingerle di giallo anche se in realtà il loro colore originale era il verde leghista.

Adesso però mi trovo a un bivio: continuare a fare la puttana di minoranza o passare dalla parte del mercato più affollato. Sceglierò il cliente che mi offrirà di più. Tanto in un modo o nell’altro ormai sono una puttana sputtanata.

Pseudo confessioni di un giornalista anonimo
(che Casalino avrebbe sicuramente censurato)

 

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