Dalla musica ai disegni ai film, la talentuosa figura di John Lennon sarà al centro di una grande mostra intitolata “All you need is Love”, che si aprirà il 13 settembre al Museo Civico di Modena. A John Lennon attore, performer, artista «non-finito» che giocò a violare i limiti dell’arte – che si trattasse della  canzone o della censura di Sua Maestà – è dedicata la mostra «All you need is love”, la prima che, qui da noi, indaga la figura dell’uomo che inventò i Beatles.  Che tanto per cominciare ha sempre avuto un rapporto istintivo, confidenziale e ironico con il disegno , ed oggi abbiamo per la prima volta in Italia materiali molto rari, come la “Bag One”, schizzi di erotismo, una serie di 14 litografie (alcune intime e molto osè), pensata da John quale regalo di nozze per Yoko Ono sposata nel 1969 a Gibilterra. Lo scambio degli anelli, il celebre bed-in per la pace di Amsterdam(hotel hilton  stanza 702 dal 25 al 31 marzo) e Montreal, la luna di miele, momenti della loro intimità sono i soggetti scelti da Lennon per questa serie di immagini sempre taglienti e osè. Disegni veloci, essenziali, descrittivi, passionali, anatomici, romantici, sensuali. «Bag One» venne esposta per la prima volta il 15 gennaio 1970 alla London Arts Gallery e immediatamente sequestrata da Scotland Yard per l’alto tasso di erotismo di cui erano permeate le stampe. La mostra di Modena propone il catalogo originale dell’esposizione delle litografie allestita nel febbraio 1970 alla Nordness Galleries di New York e il cofanetto originale con le riproduzioni in bianco e nero realizzato a cura della Galleria Ponte Sisto di Roma nel 1971.

L’esposizione comprende quindi la copia originale della rivista «Rolling Stone» del gennaio 1981 che reca in copertina il celebre ritratto di Ono e Lennon scattato da Annie Leibovitz nel 1980 a poche ore dall’assassinio dell’ex Beatle, «Build Around It/Danger Box», opera realizzata sempre assieme a Yoko nel ‘68, e un poster dello stesso anno dal titolo «Love is all you need» che ritrae un nudo della coppia Yoko – John. Completa il quadro la riscoperta del Lennon scrittore non-sense: «Civico 103», house organ della Galleria, nel numero speciale dedicato alla mostra proporrà infatti il racconto in versi «Toy Boy», mai tradotto prima d’ora in Italia. Fin da giovane era stato affascinato dall’arte, da quando nel 1957 si era iscritto al Liverpool College of Art, dove non brillava certo per profitto; però era rimasto folgorato da figure romantiche come Van Gogh e Nicolas de Stael,tanto da  entrare  in contatto con la letteratura beat americana, conoscendo  Eduardo Paolozzi, precursore della Pop inglese. “ Il mio ruolo nella società, il ruolo di ogni artista e poeta, è provare a esprimere ciò che noi tutti sentiamo. Non dire alla gente come sentire. Non come un predicatore, non come un leader, ma come un riflesso di tutti noi», così John Winston Lennon da Liverpool all’apice della sua parabola di genio compreso e qualche volta pure fortemente frainteso. Uno che spese la propria tenera e disperata adolescenza da hooligan (all’epoca si diceva teddy boy), a provare ad affermarsi come artista, frequentando senza grossi esiti il Liverpool College of Art, per poi ritrovarsi, chitarra elettrica in mano, a fondare la rock and roll band più grande di tutti i tempi.  Con Yoko e per Yoko realizzò non solo la celebre “Bag One” ma anche alcuni video, tutti presenti nella mostra modenese. Per il piccolo Sean, frutto dell’amore con Yoko, fermò su carta la gioia rinnovata della paternità e della quotidianità in una serie di disegni per il figlio, prima che un colpo di pistola spezzasse per sempre l’incanto di una normalità che sembrava appena ritrovata, dopo gli anni tormentati in cui il suo attivismo politico pacifista ed antimilitarista lo aveva messo nel mirino di Nixon e dell’Fbi, con la ripetuta espulsione dagli States. La mostra modenese fa luce anche della carriera di attore di Lennon: dai film realizzati assieme ai Fab Four, “A hard day’s night”, “Help!” e “Magical Mistery Tour” all’unico film da lui realmente interpretato, quel “Come ho vinto la guerra” di Richard Lester nel quale nei panni del soldato semplice Gripweed indossa per la prima volta gli occhiali tondi che disegneranno da allora in avanti la sua immagine iconica. In mostra  la celebre  l’ immagine di Annie Leibovitz, con Lennon accucciato in posizione fetale, nudo, accanto a Yoko Ono, poche ore prima dell’assassinio, sia  il multiplo “Build Around It/Danger Box”, 1968, opera realizzata insieme a Yoko Ono, che un poster, sempre del ’68, dal titolo “Love is all you need” che ritrae un nudo della coppia Yoko Ono-John Lennon, unitamente a una ricca selezione di materiale documentario.“Viviamo in un mondo in cui ci nascondiamo per fare l’amore, mentre la violenza e l’odio si diffondono alla luce del sole”. Sir John Lennon, si sa, era uno abituato a far seguire i fatti alle parole. Così nel 1969, anno del matrimonio più famoso della storia mondiale della musica, quello con l’oscura artista e performer nipponica Yoko Ono, Lennon regalò alla neosposa una raccolta di 14 litografie di suo pugno, tra romanticismo ed alto tasso erotico: scene da un matrimonio, il celeberrimo “bed-in” di Montreal ed Amsterdam, schizzi di intimità al netto di ogni pudore.

 Carlo Franza

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