Un traguardo prestigioso e un augurio meritato per i 40 anni di attività  della Galleria Ponterosso di Milano.40 anni di galleria d’arte, 40 anni di cultura, 40 anni di proposte  e di collezionismo. E’ così che alla Galleria Ponte Rosso (via Brera 2, Milano) è aperta  la rassegna  “GALLERIA PONTE ROSSO 1973 / 2013”, un percorso espositivo attraverso mostre personali, collettive e pubblicazioni editoriali, che hanno movimentato prestigiosamente  la linea della galleria nei suoi 40 anni di attività.Tutto ha avuto  inizio a Milano con l’esperienza editoriale di Orlando Consonni a metà degli anni ’50, il quale comproprietario di una fotolitografia forniva cataloghi, stampe e lito  all’attività degli artisti che dopo il movimento del Novecento operavano in città e nell’Italia del Nord. Sono da ricordare quelle bellissime riproduzioni di opere di artisti contemporanei che andarono a finire
in vendita persino negli alberghi di Ischia come arredamento.
Così Consonni pensò che era arrivato il momento di aprire nel 1973 una galleria d’arte.  Nasceva la “Ponte Rosso”. Prese sede in via Brera, cuore pulsante dell’attività artistica milanese, negli stessi spazi che fino ad allora erano occupati dalla  “Mondial Gallery” diretta dall’artista Gaetano Sperati. Sono anni in cui l’arte e il collezionismo volavano. Il mercato del settore in crescita. Da questo momento in poi l’attività si allarga a mostre personali e collettive, la pubblicazione dei famosi Quaderni della Ponterosso  e l’uscita della prima monografia firmata Ponterosso  e dedicata al pittore chiarista Umberto Lilloni. Anima forte della galleria la moglie di Consonni, Nanda. Orlando penserà a cataloghi, contatti, relazioni  e visite agli studi degli artisti; Nanda- oggi seguita dal figlio Alessandro-  sarà  la figura che movimenterà il mercato dei Chiaristi, degli artisti della scuola di Burano, degli artisti legati
alla grande tradizione italiana.
Umberto Lilloni, Francesco De Rocchi, Cristoforo De Amicis, Ezio Pastorio, Adriano Spilimbergo, Luigi Brambati, Leonardo Spreafico, Contardo Barbieri, Donato Frisia, Carlo Dalla Zorza(cui i Consonni dedicheranno la titolazione di un Premio), Francesco Fedeli, Luigi Filocamo, Giuseppe Motti, Dina Bellotti e Vito Melotto. E ancora Silvio Consadori, Vellani Marchi e Giuseppe Novello, tanto che di quest’ultimo ora per l’occasione dei 40 anni  è stato stampato un poster 50×70 della galleria, disponibile , con riprodotto il dipinto di  “La moglie in vacanza”. La rassegna sarà necessariamente “in divenire”, periodicamente  modificata, per ripresentare in mostra,  durante questa stagione 2013/2014, il “percorso” e i nomi degli artisti  della galleria nei suoi 40 anni di attività. Di interesse storico quanto esposto in galleria accanto a dipinti e  disegni proprio per capire cos’era la Milano di quegli anni o meglio la Brera di quegli anni,con l’Accademia a due passi e il Bar Giamaica traguardo obbligato degli artisti. Nelle bacheche in galleria anche esposte  tutte le monografie, i quaderni monografici e i cataloghi della mostre degli artisti presentati oltre a documentazione d’epoca. E non può passare inosservato  il dipinto “Il Ponte Rosso” del 1955 dell’artista Paolo Schiavocampo che Orlando Consonni scelse come nome e a cui si ispirò per creare il logo dell’edizione d’arte da lui fondata e che nel 1973 diverrà il nome della galleria d’arte. Dal 23 ottobre, in occasione di BRERART, sarà dedicata anche  un’ampia sezione ad alcuni artisti che negli anni 50/70 hanno dedicato una parte importante del loro lavoro all’insegnamento al Liceo Artistico o all’Accademia di Brera (tecniche pittoriche, disegno o scultura), maestri di riferimento per le nuove generazioni di artisti. Artisti che trovarono nella Galleria Ponterosso un punto di riferimento del loro lavoro, per le mostre che furono preparate e per il collezionismo che fu catalizzato nei loro confronti. E in questa seconda tornata troveremo le opere di  Aldo Carpi, Francesco De Rocchi, Cristoforo De Amicis, Gino Moro, Ugo Vittore Bartolini, Savino Labò, Silvio Consadori, Dino Lanaro, Mario Castellani, Eros Pellini,Giacomo Bertucci, Giovanni Conservo e  Giovanni Blandino. Così la Ponterosso ha tenuto fede alla sua linea per 40 anni, una fede artistica figurale, un tracciato senza  spinte scandalistiche, una presenza sul mercato che ha legato il novecento a noi più vicino all’arte del passato, e questo avveniva proprio negli anni Settanta quando nuovi movimenti artistici spingevano l’arte verso altri orizzonti.

 Carlo Franza 

 

 

 

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