Immagine e persuasione. Capolavori del Seicento dalle Chiese di Ferrara è una mostra davvero importante. Innanzitutto perché richiama l’attenzione sui danni provocati dal terremoto del 2012, ma anche perché ha il merito di accendere riflettori sul Seicento ferrarese, a torto considerato “minore”. Figlia di un altro sisma, quello ben più drammatico che colpì la città nel 1570, nonché delle innovazioni liturgiche e devozionali seguite al Concilio di Trento, questa stagione determina attraverso numerosi cantieri e commissioni artistiche un profondo rinnovamento del volto della città estense. Quello vissuto da Ferrara fu così un grandissimo Seicento, sino ad ora considerato ingiustamente subalterno ai fasti cosmopoliti della casata degli Este nel Quattro e Cinquecento.

La piccola ma stupefacente mostra allestita fino  al 6 gennaio 2014 a Palazzo Trotti Costabili, sede del Seminario Vecchio, svelerà al pubblico le grandi opere di Carlo Bononi, dello Scarsellino, di Francesco Costanzo Catanio, nonché quelle di Ludovico Carracci e del Guercino e si svolgerà in contemporanea con quella dedicata a Zurbarán a Palazzo dei Diamanti: due facce del Seicento, due visioni diverse eppure egualmente affascinanti. Mostra a cura di Giovanni Sassu, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Seminario Arcivescovile di Ferrara, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio e i Musei Civici di Arte Antica.

Carlo Franza

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