Meraviglia non poco che, in un momento così difficile per le istituzioni parlamentari, sia stata messa in piedi dalla Camera dei Deputati nella sala del Refettorio della Biblioteca della Camera a Palazzo San Macuto, in via del Seminario 76 a Roma, la mostra “Francesco, Tracce, Parole, Immagini”. Segno dei tempi. Lezione storica. Omaggio al Patrono d’Italia onde attualizzarne il messaggio. In un’epoca di rinnovato interesse per la spiritualità francescana, anche grazie alla capacità di Papa Francesco I di attualizzare il messaggio del Patrono d’Italia, la mostra, prodotta e organizzata dall’Associazione Culturale MetaMorfosi, consente di conoscere Francesco d’Assisi, uomo e santo, attraverso testimonianze antiche, uniche, preziose e raramente accessibili al pubblico. La mostra, realizzata con la curatela scientifica di Flavia De Sanctis, presidente dell’Associazione Antiqua, è ospitata dunque dalla “Camera dei Deputati” e si struttura in tre sezioni le cui parole danno poi titolo alla mostra: “Tracce, Parole e Immagini”.Nella prima sezione Tracce”, sono esposti i documenti che più da vicino testimoniano la vicenda storica del santo. Assolutamente fondamentale la presenza, quindi, del Manoscritto 338: una miscellanea che contiene la più antica copia esistente degli scritti del Santo di Assisi: risale al XIII secolo e conserva, tra gli altri, i 12 capitoli della Regula fratrum minorum (1223) approvata nel 1223 da Papa Onorio III, con la quale Francesco diede ai frati della comunità un indirizzo spirituale e la serie di norme pratiche destinate a regolare la loro vita quotidiana. Sempre nel Manoscritto 338 sono contenute le Laudes creaturarum, più conosciute come Il Cantico delle Creature, considerato la prima opera in volgare antico e riconosciuto, sin dal Settecento, come il testo poetico più antico della letteratura italiana; testo che diventa così il cuore della mostra. Completano la prima sezione alcune Bolle Papali, tra cui una del 1220 che testimonia per la prima volta il nome del santo in un documento ufficiale. Nella seconda sezione, Parole”, sono esposte le più antiche biografie del santo, tra cui alcuni rari codici: un frammento della Vita beati Francisci di Tommaso da Celano, la più antica opera dedicata a san Francesco; il rarissimo Memoriale in desiderio animae o Vita Seconda del 1247; la Legenda Maior e la Legenda Minor di Bonaventura da Bagnoregio, in copie dell’inizio del XIV secolo; i Fioretti di san Francesco, la più celebre raccolta agiografica francescana in lingua volgare, che ebbe il merito di rendere accessibile a tutti i precetti del francescanesimo. Nella terza sezione sono le straordinarie Immagini” delle miniature a rendere emozionante il percorso espositivo: l‘Antiphonarium o Cantorino 2, il Breviarum francescano e la Bibbia di Giovanni da Parma, la Legenda Maior, (l’unica proveniente dalla Biblioteca Nazionale di Roma e non dalla Biblioteca del Sacro Convento di Assisi), tramandano le immagini di Francesco raccontate dagli affreschi nella Basilica Inferiore di Assisi e dalle attestazioni degli agiografi come Tommaso da Celano e Bonaventura da Bagnoregio. Sono testi in grado di trasmettere la reale semplicità francescana pur nella bellezza dei manoscritti e nella ricchezza e nello splendore delle miniature. Ma al di là della mostra che pure ha un suo significato interno di eccellenza storico-artistica, l’esposizione su Francesco d’Assisi, il poverello dell’Umbria, si fa faro contemporaneo di etica, morale, economia, logica, filosofia di vita,; evento culturale di grande significato, che testimonia forsanche un po’ in ritardo l’importanza del ruolo delle istituzioni parlamentari nella tutela e nella promozione dell’eredità culturale del Paese.

Carlo Franza

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