Svendute le terme di Caracalla a Roma, edificate dall’ Imperatore   Caracalla sull’ Aventino tra il 212 e il 217 d. C. Polemio Silvio (V secolo) funzionario del palatium imperiale le citava come una delle sette meraviglie di Roma. Il collega Adriano La Regina, archeologo e presidente dell’Istituto nazionale di archeologia e storia dell’arte, dal 1976 al 2004 anche soprintendente alle antichità di Roma, è infuriato. Stato italiano sempre più povero. I turisti vengono a Roma da tutto il mondo per vedere il Foro Romano, le Terme di Caracalla e tanto altro, e l’ Italia svende per nulla a privati il suo ricchissimo patrimonio. E’ proprio la fine. Anzi la fine del mondo. Una volta si diceva “Roma caput mundi” e adesso ? Ma sentitene la storia. Nel 2011 allo Studio Camaxx viene commissionato il progetto di un green tra il Bastione Ardeatino delle Mura Aureliane e le Terme di Caracalla. Per farla breve, commissionato un campo da golf a ridosso delle Mura Aureliane. Proprio così, un campo da golf nel cuore di Roma. Al parere negativo di Soprintendenza e Regione subentrato alla visione del progetto messo in piedi da un certo architetto Carlo Terzoli, ecco farsi avanti il TAR Lazio che annulla lo stop e da ragione alla proprietà del costruendo campo da golf e club house. Anche qui, giudici. Non bastano quelli che fanno fuori la politica, adesso anche il Tar detta legge e che legge. Tanto che La Regina è sbottato dicendo: “Stanno abolendo tante cose( vedi il Senato): che aboliscano anche il TAR ,che è solo una delle disgrazie del nostro paese”. I fatti stanno così. Tre anni fa la Bastioni del Sangallo, società aperta proprio per questo progetto e che ha tre soci -la Andros Sas di Pietro Salini,quello della Salini Impregilo; la Fresia 2200 e la Immobilflora ( ma è doveroso citare anche la Immobiliare Santa Teresa, la Federici, e la Ares 2002) presentano in Regione il progetto per trasformare l’area delle Terme di Caracalla. Attenzione, questi sono beni dello Stato. La Regione approva ( perchè la magistratura non indaga?) ma la Soprintendenza mette il veto. Dopo il veto della Soprintendenza la società Bastioni di Sangallo non si arrende e ricorre al Tar. E già perchè in Italia per qualsiasi cosa si ricorre al Tar anche per gettare una pattumiera, o per la bocciatura di uno studente che non ha affatto voglia di studiare. Sta di fatto che il TAR Lazio annulla lo stop argomentando che il Ministero dei Beni Culturali è stato superficiale e avrebbe potuto chiedere “ulteriori integrazioni documentali e procedurali”. Salti di gioia dell’avvocato Angelo Buongiorno della Società Bastioni di Sangallo: “ Se il MIBAC vorrà fare appello siamo pronti a far valere le nostre ragioni anche in altra sede”. Ora la questione, confessa il collega La Regina, è in mano al Consiglio di Stato. E speriamo che ancora tutto possa essere fermato, altrimenti altro che palle da golf, in pallone sta andando proprio l’Italia che svende ben 60mila metri quadri delle Terme di Caracalla, cancellando archeologia e storia, monumenti e passato. E lo scempio a Roma continua, mentre il Ministro Franceschini forse non è neppure a conoscenza della questione, del nostro patrimonio che va a rotoli.

 Carlo Franza

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