Jeff Koons è ampiamente considerato come uno dei più importanti, influenti, popolari e controversi artisti del dopoguerra. Nel corso della sua carriera, ha sperimentato nuovi approcci al readymade, testato i confini tra sperimentazione e cultura di massa, ha sfidato i limiti di fabbricazione industriale, e trasformato il rapporto degli artisti col culto della celebrità e il mercato globale. Ha raccolto plausi della critica e soprattutto del mercato ma i biasimi, anche feroci, non sono venuti mai meno. Eppure, nonostante questi risultati, Koons non è mai stato oggetto di una retrospettiva che ripercorresse l’intero ambito della sua carriera. “A Retrospective” è organizzata da Scott Rothkopf, Nancy e Steve Crown. La mostra al Whitney comprende circa 150 oggetti databili dal 1978 (quando metteva sotto vetro gli aspirapolvere Hoover) ad oggi, è quindi la più completa mai dedicata all’opera dell’artista, anche se – per la cronaca- il pubblico europeo ha potuto ammirare a Basilea, nel 2012,una sua mostra di grande rilievo. Le opere più famose ci sono, in una narrazione cronologica che permette ai visitatori di comprendere il multiforme universo di Koons.

La mostra è la prima dell’artista in un importante museo di New York, la sua città, e la prima ad occupare quasi la totalità del palazzo di Marcel Breuer del Whitney con il lavoro di un singolo artista. Sarà anche la mostra finale che si terrà nell’edifico di Madison avenue prima che il museo apra la sua nuova sede firmata Renzo Piano nel Meatpacking District, nella primavera del 2015. La mostra si recherà successivamente al Centre Pompidou di Parigi dal 26 novembre 2014 al 27 aprile 2015, e al Guggenheim Museum di Bilbao dal 5 giugno al 27 settembre 2015.

Lui è una superstar per un consorzio di tre potenti gallerie, Gagosian, David Zwirner, e Sonnabend, ognuno dei quali lavora con lui in maniera indipendente e, sorprendente come può sembrare, i suoi primi prezzi elevati ora suonano come occasioni flat-out

Alcuni esempi dei prezzi di vendita in asta, per un totale di 177 milioni dollari l’anno scorso: 28,2 milioni dollari per l’acciaio inox Popeye lucidato a specchio, 2009-11; 33,8 milioni dollari per l’acciaio inox Jim Beam-JB Turner Train, 1986; 58,4 milioni dollari per Balloon Dog (arancione), 1994-2000, il prezzo più alto mai pagato per un’opera di un artista vivente. Per realizzare il suo lavoro, Koons impiega 128 persone nel suo studio: 64 nel reparto verniciatura, 44 nel reparto di scultura, 10 nel reparto digitale, e 10 in amministrazione. L’organizzatore della mostra, Rothkopf, aggiunge: “Non volevamo lasciare l’edificio guardando indietro ed essere nostalgici, ma volevamo qualcosa di molto audace che fosse nuovo per il Whitney e Jeff e New York”. E ‘un anno eccezionale per Koons in generale.Split-Rocker, 2000, seconda scultura live-fiore dell’artista, verrà mostrata a New York per la prima volta, al Rockefeller Center, sotto gli auspici della Galleria Gagosian e il Public Art Fondo, in concomitanza con lo spettacolo Whitney. Nel frattempo, al Louvre, nel gennaio 2015, Koons installerà una selezione delle sue sculture di palloncini di grandi dimensioni, tra cui Balloon Coniglio, Palloncino Swan, e Balloon Scimmia.

Carlo Franza

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