Il ministro della Pubblica Istruzione è tornata dalle vacanze dopo le sue performance nudiste veramente di pessimo gusto. Adesso, di ritorno nel Palazzo di Viale Trastevere, incomincia a seminare pilloline sulla “sua riforma”. Ha annunciato addirittura di voler riformare la maturità con la nomina di soli commissari interni e il presidente esterno. Levati di scudi dagli studenti ai presidi, ma contrari anche genitori, insegnanti e sindacati. Vuole risparmiare, dice lei. Alberto Irone dell’Unione degli studenti dichiara: “Ho l’impressione che il ministro voglia dipingere come rivoluzionaria una operazione per risparmiare”. E Giorgio Rembado dell’Associazione nazionale presidi(Anp): “A questo punto tanto vale abolire completamente gli esami. A cosa servirebbe un esame con soli commissari interni che nel giro di un mese valuterebbero alunni prima di ammetterli e agli esami e poi come commissione?”. E Massimo Di Menna leader della Uil Scuola e professore alle superiori: “La commissione interna con il solo presidente esterno rischia di abbassare ulteriormente le competenze degli alunni”. Dunque, no alla maturità coi commissari interni. Ma non c’ è solo questo caustico annuncio. C’è n’è un altro che svela l’incompetenza della ministra. Eccola questa sciocca pillolina: “L’inglese? Lo introdurremo alle elementari dal settembre 2015”. Così il ministro Stefania Giannini durante la trasmissione di Rai Radio2 “Un giorno da pecora”. Pensate, annuncia una riforma che c’è già da ben 11 anni. E’ stato introdotto l’inglese come materia obbligatoria un’ora in prima elementare, due in seconda e tre negli altri anni, dalla legge 53 del 2003. Ministra ignorante che pensa di gestire alunni e professori dalle materne all’Università. Mi vien da dire, ma perchè non si vanno a rispulciare i titoli con cui questa signora italiana ha ricevuto una cattedra all’Università per gli stranieri di Perugia? Dall’Ateneo di Perugia sorridono per le risposte del ministro, ricordano “il suo protagonismo, la sua capacità decisionale. La proliferazione delle lauree ad honorem per richiamare in città personaggi di primo livello e prime pagine sui quotidiani. E contatti con il gotha della cultura”. In un caso, sempre la Giannini, riuscì a coinvolgere Roberto Benigni e a pagare – come università – un aereo privato per Bruxelles al costo di 16.400 euro. Lei presente, ovvio. In fin dei conti parliamo di una professoressa ordinaria di Glottologia passata in pochi anni dal governare un piccolo ateneo a gestire l’intera istruzione italiana. Ma come vedete la signora ministra non riesce a volare troppo in alto. E non è finita, perchè una mattina del marzo 2014 è suonata in anticipo la campanella all’Università per Stranieri di Perugia. Al portone c’era la Guardia di finanza: “siamo qui per acquisire i documenti rispetto all’indagine della Corte dei conti sulla gestione dell’ex Rettore Stefania Giannini”, attuale ministro dell’Istruzione. Quel giorno erano già le 19,00 e le Fiamme Gialle non erano ancora uscite dall’ateneo umbro, in sede per cercare, spulciare, fotocopiare, domandare, “interrogare” i protagonisti della vicenda, “ma non possiamo parlare – rispondono con tono preoccupato e stupito dalla direzione –. Cosa? Sì, non sappiamo ancora per quanto andranno avanti”. Perché la faccenda è lunga, costosa e vale 525.000 euro pubblici. Nel mirino dei revisori ci sono 525mila euro che sarebbero stati spesi dall’ex rettore dell’Ateneo perugino e attuale titolare dell’Istruzione -ovvero la Ministra Stefania Giannini- “per scopi inutili e direttamente imputabili a chi li gestiva”.

Carlo Franza

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