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1001001 pullfight & Zen 2101001001-fight                           Il nuovo 100100100-fightmillennio si è aperto con l’accresciuta consapevolezza che le forme del visivo siano in continua evoluzione, grazie all’audiovisivo, agli spazi e alla ritualità del cinema e alle sue icone, alla moda, ai Media Digitali con particolare attenzione alle sue componenti più innovative, ovvero il cosiddetto “New Internet” (Smartphone, Tablet, Connected Tv, Applicazioni, Social Network, Video Online e Programmatic Advertising), alle citazioni della cultura di massa e agli interventi di puro divertissement kitsch. Marcello Mazzella rappresenta una delle figure chiave tra i grandi spiriti indipendenti e libertari della tradizione non solo europea ma anche americana. Sperimentatore come pochi nell’arte, ma anche in campi che vanno dalla musica all’happening, dai media ai playlist, dai framed & frame ai workshops fino ai doppiaggi e ai casting. Questo suo nomadismo lo ha portato oggi a vivere, a leggere e a produrre tutto un capitolo su strutture narrative che indagano sui “Nuovi Miti del Contemporaneo”, grandi teleri (oggi in mostra a Berlino nella Sala Hoffmann del Plus Berlin) che raccontano il culto della giovinezza, il culto della bellezza, il culto della fisicità, il culto idolatrico dell’intelligenza, il culto ossessivo della crescita economica, il culto della moda, il culto del New Age ovvero stili di vita, filosofie, religioni e medicine alternative, ecc. Sono i miti di oggi, ed è un vasto scenario in evoluzione. O meglio, sono alcuni dei “falsi miti” che pervadono e plasmano la nostra società; quelli che la pubblicità e i mezzi di comunicazione di massa propongono come valori e impongono come pratiche sociali, fornendo loro un linguaggio che li rende appetibili e desiderabili. Marcello Mazzella racconta pittoricamente la genesi dei suoi modelli, come abbiano raggiunto lo status di culto e come la loro percezione si stia evolvendo attraverso dinamiche storiche, sociali e culturali che ne hanno influenzato e consentito il successo: dall’avvento dei mass-media, alla politica e alla religione. L’analisi delle singole opere ne svela la narrazione, la lettura istruttiva e avvincente, il racconto che si nasconde dietro la nascita di questi miti. La società di massa ha adottato questi miti che sono diventati familiari, patrimonio pubblico e privato, giacchè ognuno può così diventare icona, e da icona mito. Ma questo contemporaneo, questo tracciato parte dagli anni Sessanta del Novecento quando vi fu un momento fondamentale per il successo di tutte le immagini,ovvero quando la riproduzione a basso costo,la publicità, i viaggi e l’accesso popolare a mostre e musei hanno provocato una massiccia espansione del panorama visivo disponibile a tutti; e l’affissione murale, la televisione, il cinema, il packaging hanno riportato le immagini a quello stadio in cui sono tutte potenzialmente venerabili. La titolazione dei “Nuovi Miti” è utilizzata da Marcello Mazzella come indicazione complessiva di una lunga ricerca, che ha visto affiancare alle immagini fotografie di vita comune, di strade e di persone; e il dipinto,ogni dipinto, nella serie, assume un valore quasi simbolico e diviene una chiave di lettura per guardare alla quotidianità, sempre più inserita in un sistema di consumo e di intrattenimento. E’ così il lavoro di Marcello Mazzella è sempre più permeato all’interno della cultura beat e del New Age e all’identità dell’artista inizia a sovrapporsi la figura del viaggiatore solitario, istintivo e senza meta, alla continua ricerca di nuove strade da percorrere e nuovi mondi da raccontare. A proposito di quest’ ampia serie di teleri, flash dipinti, scatti realizzati ove l’artista racconta che l’idea è stata quella di andare a caccia della realtà che si ha davanti agli occhi, di ciò che ci sta intorno e che abbiamo dinanzi a noi. Si tratta di un continuo botta e risposta tra lui e la realtà. In questo modo vede, conosce e partecipa alla vita sociale che ci circonda. La realtà proiettata davanti ai suoi occhi è per lo più un mistero, che indaga; all’interno di questo enigma ci sono varie sfaccettature, l’erotismo, la bellezza, il divertimento, ecc.,la totalità mette in piedi un puzzle infinito. E prima di rappresentare e dipingere, Marcello Mazzella cammina nella città, ma è come camminare in un labirinto. Nella serie dei nuovi miti mette in scena, in uno spazio asettico e sintetico, donne e uomini nudi o vestiti di uniformi identiche e dalle movenze simili: sembrano automi intercambiabili, programmati per deliziare chi li guarda o per servire diligentemente un ipotetico avventore. Lottano, pregano, riflettono, meditano, fanno sport, ecc. Più che una critica all’omologazione imposta dalla moda l’artista propone una riflessione sulla difficoltà a costruire la propria identità in un mondo dominato dal consumismo, dove la libertà degli individui viene intaccata fin nella capacità stessa di percepire ciò che realmente si desidera.

Carlo Franza

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