82_033_largeDa un lato abbiamo una delle gallerie più potenti e famose del mondo, Mary Boone; dall’altro, Eric Fischl, uno dei più validi artisti degli ultimi decenni,
Lavorano – anzi, lavoravano – insieme da trent’anni, ma qualcosa nei rapporti si evoltumblr_lya8a3NIjG1qghk7bo1_1280ve, e così si è 073768868272fdef7b6c313c664c8713annunciata la separazione, dalle pagine di “Interview”, dove Fischl è stato autore intervistato per un testo sul mercato dell’arte.
Seguendo la FischlMasterBedroom1983scia di Richter e del tedesco Baselitz, anche Fischl ha riportato di non sentirsi più rappresentato da questa “bolla di isterismo”, dove gli artisti sono “grandi marchi” e i collezionisti personaggi in cerca di una “lista di celebrità”.
E così via, dopo anni e anni rappresentato da Mary Boone, l’artista non avrà più una galleria di riferimento.
Nessuna rivendicazione certo, perché nel pezzo-intervista Fischl parla del suo rapporto con la galleria e della capacità che questa ha avuto nel tempo di lavorare con artisti per cui l’arte era anche una “possibilità per cambiare la società”, con un idealismo che via via si è perso, e che all’età di Fischl e con la carriera e le sue possibilità economiche alle spalle si può anche tentare di recuperare, pur tra mille difficoltà proprie e improprie. Ma Fischl lascia anche intendere che il mercato dell’arte europeo è sopravvalutato, che tale bolla presto scoppierà e che mille investimenti per i tanti collezionisti andranno in fumo, perché si è perso fondamentalmente proprio l’idealità, la fede nella bellezza e nelle scelte, ed anche la realtà e l’umanità. Il nichilismo europeo avvolge anche l’arte in una spirale fuori controllo.

Carlo Franza

Tag: , , , ,