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La Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, in linea con l’Esposizione universale che si tiene a Milano e che ha per tema “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”, dedica un evento al pittore lombardo Arturo Tosi illustre artista che ha fatto del paesaggio e dei frutti della terra generoso tema esistenziale, con opere pittoriche che esaltano madre terra attraverso la bellezza, la poesia, la storia del paesaggio italiano e lombardo e il sentimento della natura generante.

La mostra dal titolo “I frutti della terra. Arturo Tosi e altri della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti-Firenze” espone nel Saloncino delle Statue, infatti, una serie di dipinti raffiguranti nature morte, dove protagonisti sono i frutti della terra. Le opere di questo illustre maestro del secolo scorso sono presenti in mostra accanto ad analoghi soggetti conservati nelle collezioni del museo e dipinti da artisti che con Tosi intrattennero un profondo legame di amicizia sia sotto il profilo professionale che umano; ecco Filippo de Pisis (Ferrara 1896 – Milano 1956), Felice Carena (Cumiana 1879 – Venezia 1966), Felice Casorati (Novara 1886 – Torino 1963), Gianni Vagnetti (Firenze 1899 – 1956), Daphne Casorati Maugham (Londra 1897 – Torino 1982), Ardengo Soffici (Rignano sull’Arno 1879 – Forte dei Marmi 1964), Ottone Rosai (Firenze 1895 – Ivrea 1957), Carlo Carrà (Quargnento 1881 – Milano 1966), e Alberto Salietti (Ravenna 1892 – Chiavari 1961).
Questo profondo legame con i principali protagonisti del panorama artistico italiano della prima metà del Novecento, è ampiamente documentato da una fitta corrispondenza inedita, conservata nella casa-studio di Rovetta e gestita dall’Associazione Arturo Tosi, di cui si dà conto in mostra attraverso l’esposizione di alcune lettere, e più diffusamente nel catalogo.

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Di origine lombarde, nato a Busto Arsizio nel 1871, l’artista fu uno dei sostenitori negli anni Venti del secolo scorso del movimento artistico Novecento che, dopo le sperimentazioni delle avanguardie in particolare futuriste, indirizzava gli artisti verso un ritorno all’ordine che facesse riferimento all’antichità classica, oltre alla purezza delle forme e all’armonia nelle composizioni. Ognuno degli artisti esposti in questa mostra con Tosi, ebbe come lui chiare influenze da questo movimento anche se, per diversa sensibilità, declinate in modo personale.

Il nucleo dei dipinti di Tosi in mostra appartiene agli eredi dell’artista e si data in un arco di tempo che va dagli anni Trenta al 1956, anno della sua morte. Tosi non datava infatti le sue opere ed è difficile tentare di farlo ricercandovi uno sviluppo stilistico, poiché, ricordando le parole di uno dei critici più entusiasti dell’arte di Tosi, Giulio Carlo Argan, la sua pittura “più che lo svolgimento di un’idea, è un progressivo affinarsi del sentimento”. Inoltre le sue nature morte, diversamente da quelle di tutti gli amici e colleghi presenti in mostra, sembrano composte di solo colore che si fa materia cromatica, stesa con grande libertà e con un esito sempre diverso. Per tale motivo seppure con tutti questi artisti strinse relazioni di stima ed amicizia, fu solo con de Pisis, anche grazie alle affinità dell’espressione artistica, che l’amicizia sconfinò nella complicità testimoniata dall’opera del pittore ferrarese, dove è evidente la dedica , da cui il titolo del dipinto, W Tosi.

D’altro canto la memoria di Arturo Tosi è presente nelle collezioni della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti già dal 1926, anno dell’acquisizione da parte della Commissione di un suo paesaggio, “La messe”, alla Biennale veneziana, mentre l’ultimo ingresso nelle collezioni dei musei statali fiorentini si data al 2013 con la donazione alla Galleria degli Uffizi dell’Autoritratto , da parte dell’Associazione Arturo Tosi; quest’ultimo compare in mostra accanto ai due paesaggi (La messe e L’altopiano di Rovetta in settembre) di proprietà della Galleria d’arte moderna .
Ha bene osservato Paola Grifoni del Polo Museale Fiorentino che “la riflessione sulle collezioni del secolo scorso della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, culminata con la mostra Luci sul ‘900, dedicata al centenario del museo nel 2014, è proseguita anche quest’anno, in omaggio al tema Expo, con la mostra  I frutti della terra che vede per l’appunto protagonista Arturo Tosi”, affiancato da colleghi di grande valore, ma che riconoscevano in lui il grande maestro della bella pittura italiana.

Carlo Franza

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