image4Dopo aver esposto senza pudori il nudo maschile, anche con tendenza gay, (è dell’autunno 2013 la mostra «Masculin Masculin»), il Musée d’Orsay di Parigi, che continua a non porsi nessun tabù, con “Splendori e miserie. Immagini di prostituzione a Parigi” presenta capolavori, dipinti che raccontano l’amore a pagamento ed esponendo, nella scenografia del regista di teatro canadese Robert Carsen, i seni prosperosi e le gambe al vento delle prostitute e cortigiane che hanno ispirato gli artisti tra il Secondo Impero e la Belle Epoque, da Degas a Toulouse-Lautrec, da Manet a Gervex, fino a Derain, Kupka, Picasso, Munch, Vlaminck. imageNon dimentichiamo che tra Ottocento e primi del Novecento, Parigi è stata la capitale del libertinaggio e della prostituzione, non limitandosi al chiuso dei bordelli, giacchè invadeva teatri, image2boulevard (che come dice Flaubert “Mi sembrano essere la cosa più bella di Parigi, è lì che la prostituzione si espande e gli occhi brillano”), e cabaret. “Splendori e miserie” – che è un titolo ispirato alle cortigiane di Honoré de Balzac – image5image1è stata una delle mostre parigine più attese. Vi troviamo raccontati sessant’anni di storia, dal 1850 al 1910, dal punto di vista della prostituzione. L’esposizione al Museo d’Orsay durerà fino al 17 gennaio, per poi proseguire al museo Van Gogh di Amsterdam, ha avuto un inizio burrascoso perché il museo ha chiuso improvvisamente i battenti a causa di uno sciopero dei lavoratori, in protesta contro i piani che prevedono l’apertura dell’istituzione sette giorni su sette. Il cambiamento dell’orario del museo è parte integrante del piano del presidente Hollande che vorrebbe distribuire in maniera più uniforme la folla di turisti delle tre principali attrazioni della nazione (le altre due sono il Louvre e Versailles). Ma i dipendenti del Musée d’Orsay in una lettera aperta al ministro della cultura francese hanno esposto le proprie osservazioni, prima tra tutte quella relativa alla mancanza di personale.image9

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La mostra “Lo splendore e la miseria. Immagini di prostituzione in Francia” lascia vedere come i francesi e gli artisti stranieri hanno continuato a cercare nuovi mezzi pittorici per rappresentare questa realtà,questo mondo anche affascinante e nascosto ai più e le fantasie ad esso correlate. Dall’ Olympia di Manet a L’Assenzio di Degas, le incursioni nei bordelli di Toulouse-Lautrec e Munch con figure ardite di Vlaminck, Van Dongen e Picasso, la mostra si propone di mostrare questo ricco, vitale e sensualissimo mondo dissoluto nello sviluppo della pittura moderna. Il fenomeno è stato fermato artisticamente nelle sue dimensioni sociali e culturali attraverso la pittura, la scultura, le arti decorative e la fotografia. Un materiale ricco che finalmente permette di svelare il clima immorale del fenomeno della prostituzione, lo splendore della miseria, mezzo mondano  ed elogio della carne.
E’ pur vero che le prostitute hanno spesso ispirato artisti celebri e di chiara fama, divenendo esse stesse vere e proprie muse per le loro opere d’arte.image7 La mostra spiegherà questo fenomeno con documenti, scritti originali, fotografie e qprostitutionuadri attinenti al temedouardmanet-olympia1865a. La storia ci conferma che la Belle Époque fu un periodo fortemente influenzato dal libertinismo del marchese De Sade, i cui libri furono messi al bando; eppure, dietro uno strisciante ed evidente moralismo, sono sempre più le case chiuse frequentate dai francesi, tanto da essere legalizzate già del 1804. I bordelli sono stati sì luoghi di divertimento, trasgressione, incontri e spensieratezza, ma hanno movimentato psiche e creatività di molti artisti. Una volta usciti dalle case chiuse, gli incontri segreti si trasformano così in opere d’arte in grado di ritrarre ciò che i francesi chiamano fantasme, ovvero l’eccitazione per un oggetto del desiderio preciso. Le prostitute però non sono presenti soltanto nei bordelli: a Parigi proliferano cabaret a sfondo erotico e caffè- concerti, come il Moulin Rouge e le Folies Bergère, che attirarono numerosi turisti da tutto il mondo. I teatri, le strade, i boulevard, i locali più semplici hanno potuto “nascondere” incontri a luci rosse dimensionando ambiguità e segretezza in qualunque donna uscita di casa e ospitata tra la folla.
Di grande magia opere capolavori presenti al Museo d’Orsay, dipinti di Pablo Picasso, Edgar Degas, Vincent Van Gogh, Édouard Manet, Paul Cézanne, Henri deToulouse-Lautrec, Edvard Munch,Henri-de-Toulouse-Lautrec-1864-1901-au-moulin-rouge-1892.95-300x26107__forain_derriere_les_coulisses Émile Bernard. Ogni artista si è sbizzarrito nel ritrarre queste femmine alle prese con il loro particolare e unico lavoro giornaliero, ritraggono la prostituzione in modo personale, talune donne sono nude, altre in attesa di un cliente, altre ancora sono sedute a un tavolino in un caffè a sorseggiare un bicchiere di assenzio. Toulouse-Lautrec per esempio ama rappresentarle mentre si pettinano o si lavano, o addirittura le coglie nel momento in cui si sottoponevano o erano sottoposte a controlli medici. Giovanni Boldini e Louis Valtat invece ritraggono le prostitute per delle qualità, ovvero per i loro sguardi, i loro gesti, il trucco e messo in evidenza dalle 25__gacrame_intacrieur_grec1prime illuminazioni elettriche, o anche per il fumare in modo tutto loro una sigaretta. Degas, Manet, Henri Giraud, Henri Gervex e Jean Béraud dipingono ragazze coi volti mascherati che sperano, frequentando l’Opéra, di conquistare qualche ricco gentiluomo onde poter fare con il proprio corpo una vera scalata sociale – tanto che , scriveva Balzac, “ogni donna la sua fortuna ce l’ha tra le gambe”.
La mostra marcia dall’erotico al quotidiano,storie di donne e ragazze diverse e di diverse levature sociale, prostitute che si vendono per arrotondare e sfamare la propria famiglia, pierreuses che lavorano per strada guadagnando quel che basta per vivere, ma anche cortigiane di mestiere arricchitesi grazie al loro corpo. Queste ultime per la verità amavano dettare legge anche in campo artistico, commissionando ritratti o fotografie ai pittori più celebri del momento. Il registro della polizia del buoncostume le chiama “stelle della prostituzione di alto livello” e si sospetta abbiano messo in piedi “relazioni venali e clandestine” con il solo scopo di farsi mantenere sfruttando la loro bellezza, le forme ammiccanti del loro corpo. Non dovrà meravigliare come “ Splendori e miserie” è quindi una mostra- viaggio nella società francese del XIX secolo in cui le donne, di qualsiasi età e classe sociale, sono state osservate da un punto di vista prettamente maschile e artistico; opere spesso censurate o additate come immorali durante i secoli, ma che ancora oggi riescono a incuriosire lo spettatore ma a anche a far leggere storicamente un secolo, anche attraverso questo mondo di piacere, dissoluto e affascinante.

Carlo Franza

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