copertinaLo Stadio di Domiziano ospita una straordinaria rassegna di opere e manufatti di interesse archeologico che esplorano il tema della simbologia nell’antichità dal punto di vista delle tradizioni funerarie, politico-sociali e magico-religiose. Opere e manufatti del tutto inediti, oltre 200, di cui la maggior parte recuperata nel corso dell’attività svolta a tutela dei beni culturali, detenuti in regime di giudiziale 1444735573248_Cattura1custodia nei caveaux del Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico della Guardia di Finanza. L’esposizione ideata e promossa dall’ Associazione culturale Vicus Italicus ed organizzata dallo Stadio di Domiziano, lascia vedere tra i vari manufatti, un corpus di materiale fittile proveniente dalla stipe votiva di Pantanacci, nell’agro del Comune di Lanuvio, dove la Guardia di Finanza nel 2012 ha individuato un sito fino ad allora sconosciuto ai mappali della Soprintendenza. Il percorso espositivo è ordinato in quattro diverse sezioni, che danno conto dell’importanza dei simboli nel mondo antico, del loro significato e della loro forte carica espressiva ed evocativa. La maggior parte delle opere esposte è inedita ed è stata studiata e presentata al pubblico per la prima volta. Il percorso espositivo abbraccia tre aspetti della società antica, con oggetti-simbolo che vanno dal IX sec. a.C. al IV sec. d.C.: società e istituzioni pubbliche; religione e ritualità; 1444735630603_Cattura2ambito funerario.1444735670091_Cattura3 Il simbolo è un elemento concreto al quale si attribuisce un significato che va oltre il suo aspetto o la sua funzione primaria, in grado di evocare un valore più ampio nell’immaginario umano. Un insieme di simboli è quindi in grado di tradursi in un linguaggio che, se codificato, può raccontare molto sui costumi, la vita ed il pensiero di chi lo ha prodotto. E vi troviamo in concomitanza con l’Expo di Milano, un settore speciale della mostra dedicato all’alimentazione nel mondo antico e al valore simbolico di attributi e immagini legati al cibo e al simposio. L’esposizione è allestita all’ interno della suggestiva Area Archeologica dello Stadio di Domiziano (ingresso da Via di Tor Sanguigna, 1/3 – Piazza Navona, 45), dove le imponenti strutture antiche fanno da cornice al percorso espositivo, che si avvale di apparati didattici e di supporti audiovisivi, e da sostegno al visitatore nella comprensione del linguaggio spesso criptico dei popoli antichi dell’area Mediterranea. Prestigioso e illuminante lo scopo di tale mostra, -realizzata in collaborazione il Nucleo di Polizia Tributaria Roma della Guardia di Finanza (al cui interno ha operato fin dal 1916 un’articolazione deputata alla tutela del patrimonio archeologico) – il cui intento è quello di divulgare il mondo immaginifico classico nei suoi diversi aspetti e ambiti di produzione e fruizione attraverso il simbolo. E poiché il materiale espositivo proviene da sequestri effettuati dalle Fiamme Gialle e detenuto nei caveaux giudiziari del Reparto, non accessibili al pubblico e quindi non fruibile, la rassegna rimane dunque l’occasione per far conoscere alla collettività l’importante attività posta in essere dalla Guardia di Finanza a salvaguardia del patrimonio storico, artistico e archeologico, quell’altrimenti indefinibile museo a cielo aperto che nella locuzione più comune viene spesso indicato come “la banca degli italiani”, ma anche museo il più delle volte vituperato da bande di scavatori di frodo che alimentano l’indotto illecito.

Carlo Franza

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