06A - Lucio Fontana“Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non affondare”, così asseriva Papa Paolo VI nel 1965. Lo ricordo come fosse ieri. 05B- Scanavino13 - Pino Pinelli1973 48 La veronicaParole di vita, parole di percorso. Ed è alla luce di queste parole che va vista e letta la mostra che, fino al 12 settembre il Museo Diocesano di Milano (corso di Porta Ticinese 95) ospita dal titolo “DESIGN Behind DESIGN”. La rassegna, curata da Marco Romanelli e Carlo Capponi con Natale 09A - Lorenzo Damiani07B - Giulio IacchettiBenazzi, Laura Lazzaroni e Andrea Sarto, organizzata dall’Arcidiocesi di Milano per volontà dell’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, si tiene in occasione XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano dal titolo 21st Century. Design After Design racconta ciò che architetti, designer e artisti hanno pensato e disegnato per la committenza della Chiesa cattolica o comunque rappresentando il sacro, tra opere d’arte, fotografie, oggetti di arredo, esempi di architettura, composizioni musicali, di autori di chiara fama quali Lucio Fontana, Fausto Melotti, Francesco Messina, Mario Sironi, Nicola De Maria, Mimmo Paladino, Gio Ponti, Figini e Pollini, Vico Magistretti, Angelo Mangiarotti, Luigi Caccia Dominioni, Roberto Sambonet, Nanni Strada, Giulio Iacchetti, Afra e Tobia Scarpa, William Xerra, Gabriele Basilico, Mario Carrieri, Francesco Radino, Mario Cresci, Luciano Migliavacca, Luigi Picchi, Francis Poulenc, Igor Stravinskij, e molti altri. L’iniziativa invita il visitatore ad andare al di là dell’oggetto, artistico o di design, alla ricerca di un significato implicito contenuto in esso, ma che, non per questo, elude la funzione prima a cui l’oggetto è destinato. Raccontare la storia di alcuni di questi manufatti significa mostrare un ‘uomo creatore’, capace di guardare oltre la sua matita e di progettare l’oggetto in base a ‘regole’ che rimandano al senso, oltreché alle necessarie funzioni tecniche. Il percorso espositivo, organizzato per aree tematiche, si apre con la sezione dedicata all’architettura che, grazie agli inediti scatti appositamente effettuati da Giovanni Chiaramonte, si avvale della proiezione ambientale di alcune delle più importanti chiese milanesi del moderno, ovvero di quei “luoghi aggregativi di qualità” che il cardinale Angelo Scola ritiene di fondamentale importanza per accogliere le varie Comunità della diocesi, secondo la linea tracciata, alla metà degli anni ’50, da Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI, allora arcivescovo di Milano che, per primo, ebbe l’intuizione di aprire la Chiesa al contemporaneo, chiamando a collaborare gli artisti e gli architetti più interessanti del tempo. Sono quindi analizzate, tra le altre, le testimonianze di architetti quali Gio Ponti (San Francesco al Fopponino, 1964), Figini e Pollini (Madonna dei Poveri, 1952-1956), Vico Magistretti e Mario Tedeschi (Santa Maria Nascente al QT8, 1954-1955), Giovanni Muzio (San Giovanni Battista alla Creta, 1956-1958), Ignazio Gardella (san Francesco, Villaggio INA casa, Cesate, 1958), Luigi Caccia Dominioni (San Biagio, Monza, 1965-1967). 09B%20-%20Lorenzo%20DamianiLa mostra raccoglie poi eccellenze create da artisti e designer che si sono confrontati con le tematiche del sacro e con le regole del rito, ovvero con la Liturgia. Sono state scelte alcune tipologie contemporanee di arredo sacro, dalle croci ai calici, dai paramenti agli Evangelari, che vivono, grazie alle collezioni permanenti del Museo Diocesano, un’inedita e fattiva comparazione tra antico e moderno. A fianco dei capolavori di ‘arte suntuaria’, ospitati nelle sale del Museo e che coprono un arco temporale dal IV al XXI secolo, si trovano creazioni contemporanee come le croci di Giulio Iacchetti, Marta Laudani, Marco Ferreri, Emilio Nanni, Lorenzo Damiani, Studio Quattroassociati, la casula in tessuto laminato oro di Nanni Strada e i calici di Afra e Tobia Scarpa, Tito Amodei, Giuseppe Polvara o ancora il prezioso candeliere a tre fiamme e l’ostensorio ambrosiano su disegno di Giovanni Muzio. 21%20-%20Modellino%20in%20oro%20con%20rubini%20della%20chiesa%20di%20Metanopoli%20(cm%206x5x4,5)Particolarmente importante è la sezione della mostra dedicata alla pittura e alla scultura, ove s’incontrano due Crocifissioni di Lucio Fontana provenienti da collezioni private (da mettere a confronto con la celebre Via Crucis bianca del 1955, deposito della Regione Lombardia al Museo diocesano), le sculture di Francesco Messina (busto del Cardinal Schuster, dalla Raccolta arcivescovile), di Fausto Melotti (La Veronica, dalla Fondazione Melotti), di Emilio Greco (Testa di apostolo, nelle Raccolte della Fondazione Paolo VI di Varese), oltre a dipinti di Mario Sironi (Cristo porta Croce), William Congdon, Adolfo Wildt (Mater Misericordiae), Roberto Sambonet (Cupole del Santo a Padova) e William Xerra. Non manca un’analisi delle più interessanti ricerche fotografiche a soggetto sacro, con gli scatti di Giovanni Chiaramonte St Elisabeth Kirche di Berlino, di Mario Cresci da La strage degli Innocenti di Guido Reni o ancora di Gabriele Basilico che visita le Guglie del Duomo di Milano, di Mario Carrieri che giunge a San Francisco per riprendere la luce di Pier Luigi Nervi in St Mary Cathedral o di Francesco Radino che si sofferma su esempi di sacro nel territorio Cappella Antona Traversi a Meda. E per finire, chiude idealmente l’itinerario la sezione dedicata alla musica che permette di riscoprire figure di compositori lombardi quali Luciano Migliavacca e Luigi Picchi e di riascoltare, con un programma più volte variato nel corso della mostra, musica sacra contemporanea, non solo ad uso del rito propriamente detto.

Alla mostra e alla sua ideazione va dato un voto altissimo, un  nove stelle, quasi a sottolineare  come la chiesa e soprattutto la Chiesa di Roma e i Papi più recenti hanno dato un credito altissimo alla bellezza e all’arte, alle opere e ai manufatti di artisti tra i più importanti del mondo.

Carlo Franza

 

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