luciano-ferrara-artisti-napoliimagesUna mostra, anzi una grande mostra, che finalmente non è solo un omaggio a Lucio Amelio ma anche il primo di una serie di appuntamenti che prendono di mira e mettono in luce finalmente gli anni d’oro di una Napoli contemporanea consacrata dall’obiettivo di Luciano Ferrara. La storica esposizione curata da Carla Traverso e Paolo Bowinkel presso la galleria d’arte di via Calabritto, presenta una visione d’insieme degli anni ‘80 e ‘90, raccontando la cultura di Napoli e i protagonisti mondiali che hanno vivacizzato la città attraverso gli archivi analogici del fotoreporter.
Beuys, Warhol, Basquiat, Tatafiore, Longobardi, Fermariello, raffigurati in una serie di ritratti, immergono il visitatore in una bella fetta di storia che, a detta delle parole di Ferrara, “bisogna tirare fuori e mostrare, perché gli archivi fotografici sono la cultura permanente di una città e quindi la sua memoria”. Tra gli scatti, rigorosamente in bianco e nero, ce ne sono di sorprendenti, unici, singolari, memoriali, è possibile rivivere momenti inediti come l’incontro tra Lucio Amelio e il collega storico dell’arte Achille Bonito Oliva nella famosa piazzetta di Capri, ancora Amelio in compagnia di Jannis Kounellis nel ritratto del 1982 al Palazzo Reale di Caserta, Graziella Lonardi durante il Premio Malaparte, Keith Haring all’opera, un divertito Joseph Beuys circondato da due donne al City Hall di piazza dei Martiri. Basti pensare che Dino Luglio, proprietario dello storico locale jazz, ricorda la serata di Beuys con queste parole: “Gli invitati, data l’importanza dell’evento, arrivarono da tutta Europa, dallo stilista Egon von Furstenberg all’erede della famiglia Rotshild. Remy Gelo, dell’antica gelateria napoletana della Torretta, per la serata, creò una torta a forma del cappello di Beuys. C’era il jet set del cinema e dell’arte. Fu il momento massimo di gloria”. Ecco cos’era Napoli negli anni Ottanta del Novecento grazie alla figura di Lucio Amelio che faceva transitare nella capitale campana il gotha mondiale dell’arte.
Ecco una “Napoli come New York” all’apice della ricerca e della sperimentazione artistica, durante un periodo indiscutibilmente legato all’attività di collezionisti e galleristi del calibro di Pasquale Trisorio, il primo a portare a Napoli, negli anni ‘70, la fotografia di Helmut Newton.
Figure, personaggi napoletani che hanno fortemente voluto e innestato una rivoluzione culturale, portando la città a confrontarsi con l’Europa e l’America. Il fotografo Luciano Ferrara ha ridato vita alla Napoli di un tempo, ha fermato quella storia in scatti memorabili, dando voce a un Mezzogiorno che nell’arte, nella letteratura, nel teatro, nella musica e nella fotografia ha trovato il suo riscatto.

Carlo Franza

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