1. Doppio autoritratto_0A  Villa Bardini a Firenze , fino al 18 settembre, è ospitata  una grande mostra in grado di ripercorrere, in parallelo, l’intera parabola artistica dei due fratelli Bueno.
L’esposizione, dal titolo “DOPPIO RITRATTO – Antonio e Xavier Bueno. Contrappunti alla realtà tra avanguardia e figurazione”, curata da Stefano Sbarbaro, mostra  120 opere tra le più significative della produzione dei due pittori di origine spagnola.
8. AB Nudo Con FioriIl nucleo più consistente è rappresentato da quelle concesse dagli eredi a cui si sommano i prestiti provenienti da importanti realtà museali, da prestigiose fondazioni e da collezionisti privati con diversi inediti. Il progetto segue le fortunate iniziative realizzate a Villa Bardini attorno alle figure di Pietro Annigoni e Gregorio Sciltian e chiude il doveroso approfondimento (impreziosito anche dalla monografica su Alfredo Serri) sull’intricata e breve esperienza del cosiddetto  “Gruppo dei Pittori Moderni della Realtà (1947-1949)”, un affascinante movimento che si vorrebbe storicamente fosse maggiormente riscoperto. Ecco il programma dei “Pittori Moderni della Realtà”( con i due  Bueno Antonio eXavier,  ancheGregorio  Sciltian e Pietro Annigoni), riassunto in un opuscolo  che venne diffuso in occasione della loro prima mostra ufficiale (tenutasi a Milano, alla galleria de “L’Illustrazione Italiana”, nel novembre del 1947):b_014

“Noi, “Pittori moderni della realtà”, siamo riuniti in un gruppo fraterno per mostrare al pubblico le nostre opere. La simpatia e la comprensione con le quali esso ha accompagnato e assecondato in questi anni i nostri sforzi, la certezza di essere nel vero, di aver ragione noi e gli altri torto, ci hanno convinto dell’opportunità e della necessità di questa mostra. Siamo compatti con la nostra forza, la nostra fede, i nostri ideali e la nostra assoluta reciproca stima.

In contrapposto all’École de Paris, nata in Francia ma rappresentante una tendenza universale di decadenza, la nostra arte nata in Italia rappresenta un avvenimento di speranza e di salvezza per l’arte e questa mostra vuole essere un primo effettivo contributo alla lotta che si accende.2. AB e XB la Carozza

Non ci interessa né ci commuove una pittura cosiddetta “astratta” e “pura” che, figlia di una società in sfacelo, si è vuotata di qualsiasi contenuto umano ripiegandosi su se stessa, nella vana speranza di trovare in sé la sua sostanza.

Noi rinneghiamo tutta la pittura contemporanea dal postimpressionismo a oggi, considerandola l’espressione dell’epoca del falso progresso e il riflesso della pericolosa minaccia che incombe sull’umanità.44. AB Marinaretto pel di Carota

43. AB MarinarettoNoi riaffermiamo invece quei valori spirituali e più precisamente morali senza i quali fare opera di pittura diventa il più sterile degli esercizi. Noi vogliamo una pittura morale nella sua più intima essenza, nel suo stile stesso, una pittura che in uno dei momenti più cupi della storia umana sia impregnata di quella fede nell’uomo e nei suoi destini, che fece la grandezza dell’arte nei tempi passati.

Noi ricreiamo l’arte dell’illusione della realtà, eterno e antichissimo seme delle arti figurative.

5. AB Autoritratto 1946Noi non ci prestiamo ad alcun ritorno, noi continuiamo semplicemente a svolgere la missione della vera pittura. Immagine di un sentimento universale, noi vogliamo una pittura capita da molti e non da pochi “raffinati”. […]

Di fronte a un nuovo accademismo o passatismo, fatti di avanzi di formule cubiste e di sensualità impressionista standardizzata, noi abbiamo esposto una pittura che, incurante di mode e di teorie estetiche, cerca di esprimere i nostri sentimenti attraverso quel linguaggio che ognuno di noi, a seconda del proprio temperamento, ha ritrovato guardando direttamente la realtà”.6. XB Caterina

La mostra in questione celebra e documenta la vicenda creativa e umana di due complesse personalità votate alla più autentica pratica pittorica che, con originalità, ebbero modo di avvicinarsi al vivace ambiente culturale fiorentino a partire dagli anni Quaranta, guadagnandosi in un lungo e tormentato percorso di crescita e adattamento stilistico, un ruolo da protagonisti nel panorama artistico italiano del secondo Novecento. Sullo sfondo dei profondi cambiamenti culturali nei vivaci anni del dopoguerra, segnati dall’antinomia avanguardia e figurazione, l’indagine approfondisce, per la prima volta, la simbiosi esistenziale tra i due fratelli mettendone in luce le loro poetiche, le loro scelte stilistiche -un nuovo  purismo italiano-, il loro credo, la vocazione di rimanere ancorati all’immagine, e ad una immagine,  allora per quegli anni  del dopoguerra, lontana dal neorealismo che incominciava a  spargere la sua vocazione oltreché stilistica anche politica. I fratelli Xavier (1915-1979) e Antonio Bueno (1918-1984) giunsero in Italia nei difficili anni della guerra dopo un’infanzia trascorsa tra Berlino, Ginevra e Parigi al seguito del padre giornalista, e arrivarono a Firenze nel 1940, motivati dallo studio della straordinaria eredità artistica rinascimentale della città. Ma quello che avrebbe dovuto essere un soggiorno breve e temporaneo si trasformò, per entrambi, in un’esperienza di vita definitiva e totalizzante perché nel capoluogo toscano trascorsero il resto della loro vita.

Carlo Franza

 

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